Massimo Viazzo
Strano destino
quello di Alessandro Scarlatti. Considerato da tutti i libri di storia della
musica come uno dei più importanti compositori della sua epoca (prima Handel e
poi Mozart ne furono certamente influenzati) e invece ricordato quasi
esclusivamente per essere il padre di Domenico, il clavicembalista virtuoso
italiano che ha operato anche in Portogallo e Spagna. Nato in Sicilia nel 1660
e morto a Napoli nel 1725 appartiene a quella scuola napoletana fondamentale
per lo sviluppo del melodramma. Ma la presenza delle sue opere nei cartelloni
del teatri è incredibilmente quasi nulla vista la quantità dei suoi titoli
(circa un centinaio!) e la qualità della sua musica. E una testimonianza del
suo valore la troviamo proprio su questo CD che presenta la prima registrazione
mondiale dell’oratorio La Sposa dei Cantici. Scarlatti per tutta la vita
praticò la musica sacra e l’oratorio è per lui un genere d’elezione, con un
elenco di circa 30 lavori, quasi tutti oggi pressoché sconosciuti. Questo
genere sarà portato dal compositore italiano al più alto sviluppo e alla sua
forma più compiuta. La Sposa dei Cantici fu eseguito a Napoli nel 1710, ma già
qualche anno prima e con un altro titolo - Cantata per l’Assunzione della Beata
Vergine - era già stato ascoltato a Roma. Si tratta di un lavoro di argomento
mariano in cui la coppia degli Sposi, una coppia ideale, con l’aiuto dall’Amore
Divino e dall’Eternità raggiungerà la beatitudine eterna. L’esecuzione da parte
dell’Ars Lyrica Houston diretta da Matthew Dirst, anche direttore artistico
dell’ensemble, è fluida e spigliata. La ritmica è resa con naturalezza e il
suono non risulta mai compiaciuto, ma sempre estremamente comunicativo. Da
notare la cura degli accompagnamenti nei recitativi e negli accompagnati resi
in modo quasi teatrale e la sobria realizzazione delle variazioni nei da capo
delle Arie. I cantanti, un soprano e tre controtenori, mostrano appropriatezza
stilistica. In particolare Meghan Lindsay (la Sposa) ha una vocalità agile e
luminosa, John Holiday (lo Sposo) canta con una brillante voce da sopranista,
omogenea e dalla timbrica seducente, Jay Carter (l’Amore Divino), dalla voce
più scura, canta con naturalezza e interpreta con sensibilità, mentre mentre
più opaco sembra il colore di Ryland Angel (l’Eternità)
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