Foto: Teatro Coccia Novara
Renzo Bellardone
Che meraviglia il riscoprire I capolavori
teatrali di un sacco di anni fa! Oklahoma di Rodgers & Hammerstein valse
loro uno speciale Premio Pulitzer® nella categoria “Special Awards And
Citations nel 1944 ed è stata una delle pietre angolari da cui poi sono scaturiti
un sacco di musical di successo. Di Oklahoma è giusto ricordare che La
produzione originale di Broadway debuttò il 31 marzo 1943. Fu un grande
successo e tenne il cartellone per 2.212 recite, fatto mai accaduto fino ad
allora! Ancora una
volta la direzione del Coccia dice ‘largo ai giovani’ e da spazio ai talentuosi
attori del Corso Triennale per Attori della STM – Scuola del Teatro Musicale,
con un cast totale di 42 interpreti, insieme all’orchestra di 60 elementi
dell’Associazione Spazi Musicali diretta dal M° Sandro Torriani. La regia è di Luca Savani, diplomato STM, le coreografie di Ilaria Suss e la
direzione vocale di Andrea Ascari. Le scene saranno di Alessia Barban e Simona
Venkova, allieve dell’Hdemia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia. La storia è
quella dell’amore tra il cowboy Curly McLain che durante un’asta benefica venderà
tutto pur di accaparrarsi la preferenza dell’amata Laurey Williams; come nelle
migliori scritture giunge a disturbare l’idillio il minaccioso Jud Fry, contadino nella
fattoria di Laurey e da qui un susseguirsi di vicende che porteranno alla
tragica fine di quest’ultimo. Musica,
canzoni, parole e danza sono parte della trama e armoniosamente assemblate
creano uno spettacolo a volte divertente ed a volte riflessivo.
Gradevole
la regia del giovane Luca Savani che
non lascia ‘vuoti di palcoscenico’ o inutili immobilità in un musical d’azione;
movimento sorretto dalle azzeccate coreografie di Ilaria Suss che sanno ricreare l’atmosfera del saloon e del West
che tutti immaginiamo, incastonate nelle scene essenziali, ma assolutamente
efficaci e pertinenti di Alessia Barban
e Simona Venkova. La
direzione della favolosa orchestra dell’Associazione
Spazi musicali è affidata alla vivace bacchetta di Sandro Torriani: dal rullo di tamburi iniziali in un crescendo
sonoro si sviluppa la narrazione musicale che mantiene l’equilibrio della vivacità
e della brillantezza con l’attenzione alle atmosfere ed a quanto il pubblico
eterogeneo si attende. Le luci
sono molto ben disegnate da Ivan
Pastrovicchio il quale tende a sfumature di fondo con l’esaltazione vivida
di alcuni particolari. Per quanto
riguarda gli interpreti posso credere che ce l’abbian messa tutta, esprimendomi
quasi gergalmente ed il risultato complessivo è accattivante, sottolineato
dalle espressioni di plauso continuo da parte del pubblico. Gli eclettici
interpreti sono tutti giovani ed atletici ed
hanno dato buona prova nelle danze e parimenti nei dialoghi, mentre il
canto forse non è sempre al top, ma in ogni caso piacevole. Le diverse trovate di movimento hanno
mantenuto vivace la platea affascinata da questa riedizione moderna, ma dal
sapore ed elementi della tradizione dell’immaginario West. La Musica
vince sempre.
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