Massimo Viazzo
Il regista belga Guy Cassiers con la sua collaudata equipe giunge al terzo capitolo del Ring che si sta realizzando in questi anni sull’asse
Milano-Berlino. La seconda giornata, Siegfried,
mostra una chiara continuità con ciò che si è visto in precedenza. Proiezioni,
quindi, soprattutto; e fatte sempre con estrema eleganza e gusto. Si sono viste
bellissime immagini, o meglio, brandelli di immagini (foglie, vento, fuoco...)
proiettate non solo sui fondali, ma anche sulle istallazioni che costituivano
la funzionale scenografia. Riuscita e suggestiva, ad esempio, l’apertura del
terzo atto con Erda sovrastata da un ampio velario, oppure la caverna di Mime
circondata dai mille frantumi delle lame spezzate da Siegfried, o, ancora, il
drago impersonato da mimi che azionavano sinuosamente un telo svolazzante.
Insomma, sul palcoscenico tutto palpitava e aveva vita, riuscendo ad
amplificare, senza mai cadere nello scontato o nel banale, l’emozione che si
viveva sul palco con i cantanti e in buca con l’Orchestra del Teatro alla Scala guidata magistralmente da Daniel Barenboim. Barenboim sapeva
cogliere le sfumature più intime: dettagliatissimo, ad esempio,
l’accompagnamento della Canzone
dell’Educazione di Mime nel primo atto, ma anche molto suggestivo il panico
stupore della foresta nel secondo atto, o il clangore energico della fucina di
Siegfried a chiusura di primo atto. E che dire del risveglio di Brünnhilde?
Barenboim ha incantato il pubblico riuscendo a graduare con precisione
millimetrica il superbo crescendo della sublime pagina wagneriana.Passando ai
cantanti, Lance Ryan, nel ruolo del
titolo, ha dominato la parte con baldanza. Anche se il suo fraseggio non è
parso fantasiosissimo Ryan ha tratteggiato un Siegfried sicuro e di buon
volume, ma soprattutto credibile. Sontuosa la prestazione vocale di Nina Stemme, svettante, imperiosa
e timbricamente luminosissima.
Autorevole e di bel colore vocale il Wanderer di Terje Stensvold, invero più a suo agio in zona acuta. Straordinari,
poi, i due nani: Mime impersonato dal poliedrico Peter Bronder con infinite sfumature caratteriali e con voce
potente, e Alberich al quale dava voce robusta e timbrata Martin Kränzle. Anna Larsson
(Erda) e Alexander Tsymbalyuk
(Fafner) completavano un cast di ottimo livello. L’uccellino di Rinnat Moriah, infine, ha mostrato
qualche durezza sugli acuti. Spettacolo applauditissimo che fa ben sperare per
la Götterdämmerung conclusiva del
maggio prossimo, prima della ripresa, il mese successivo (giugno), del Ring completo.
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