Renzo Bellardone
La
vacanza termale ogni volta incontra un avvenimento degno di interesse ed anche
questa volta, ecco che da un post di Laura Polverelli, mezzosoprano italiano
affermato nel mondo, vengo a sapere di un concerto dell’Orchestra di Padova e
del Veneto; valutate le opportunità scelgo la prova generale, certamente
entusiasmante, partecipativa e divertente come tutte le prove! L’occasione
è per me tre volte ghiotta: potrò incontrare Marco Bertona, mio concittadino e,
vanto nostro, primo corno dell’orchestra, Laura Polverelli amica da tempo ed ascoltare
musica meravigliosa…..
LES NUITS D’ĖTĖ
- Hector Berlioz op.7 (1803 -1869 L’ITALIANA
- Sinfonia n. 4 in la maggiore op 90 –
Felix Mendelssohn –Bartholdy (1809 –
1847)
Nel
mio peregrinare musicale non avevo mai incrociato l’eclettico direttore Luigi Piovano, che conquista sia nella
iniziale guida all’ascolto, che poi per la cura direzionale. Introduce la
Sinfonia di Mendelssohn (con un variazione di sequenza rispetto al concerto
serale a villa Zuckerman a Padova), raccontando che la versione eseguita sarà
quella del 1834, ovvero una riscrittura, in quanto l’autore, in quel momento
non aveva a disposizione la scrittura originale: il direttore annuncia la gioia
e la luminosa solarità che la sinfonia contiene e subito con gesto ampio e di
grande comunicazione, attacca con sicurezza ed attenzione, creando
immediatamente l’atmosfera appena descritta e
suggellata dagli archi sognanti e narrativi. La direzione di Piovano
insieme agli artisti dell’orchestra esaltano la bellezza della scrittura e
scavando, trasmettono l’emozione vissuta e che vado a raccontare. La
nota composizione è davvero ariosa e l’Allegro
vivace iniziale rimanda tutta la
vivacità e tempra mediterranea in tutte le sue sfumature evocando luminose
suggestioni musicali. I violoncelli, all’ andante
con moto, scandiscono il tempo all’interno dei vibranti violini, sottolineati
dai contrabbassi al richiamo dei fiati e
dei legni volti ad una maestosità raffinata che giunge a conclusione con un
misurato pizzicato dei violoncelli. Segue
con moto moderato e l’entusiasmo si affievolisce lasciando
spazio alla riflessione che pur si proietta nel paesaggio assaporato durante il
viaggio italiano del compositore, riflettendo
forse la musicalità anche operistica dei nostri migliori maestri dell’800. Dopo
l’afflato conclusivo si parte con il quarto movimento Saltarello presto e subito il vigore e la velocità si impongono
d’imperio fino alla celebrazione. La
seconda parte prevede l’intervento del noto mezzosoprano Laura Polverelli a cantare brani composti da Berlioz una decina di
anni dopo l’Italiana di Mendelsshon e rispecchia tutte altre emozioni. In Villanelle, Polverelli esprime timbro interessante in una
interpretazione di tutto rispetto e con
escursus agile di gran effetto per la
vivacità descrittiva. Segue Le spectre de la rose ed il mezzosoprano
diventa intima e raccolta esprimendo colorazioni scure che lasciano però
trasparire il sorriso soddisfatto anche negli acuti ben modulati; Sur les lagunes viene interpretata con liricità che diventa pura poesia invocante con un
finale emozionante. In Absence
l’intesa con il maestro diventa palpabile e la sicurezza espressa è
coinvolgente: un dolce racconto passionale con accenti vigorosi per un affresco
di sentimenti. Au cimitière contiene lunghe
frasi dai toni bassi che impongono una salda tecnica espressiva di dolcezza ed
accettazione. L’Ile inconnue è un brano arioso e vivace in cui le capacità
vocali si levano nel divertissement interpretativo di un gioioso racconto. A
fine prova il maestro Piovano prepara la sorpresa finale fuori programma, che
mi permetto di raccontare in quanto questo commento viene pubblicato dopo il
concerto serale. Il
brano scelto è angosciante e l’orchestra in simbiotica interpretazione con la
cantante realizzano il racconto accorato
del momento in cui Didone ha ingerito la pozione velenosa ed i primi accenni di
morte le pervadono il corpo; Polverelli
è superba …Remeber me …nell’interpretazione
tratta da Dido and Aeneas di Henry Purcell. La Musica vince sempre.
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