Foto: Stresa Festival2022Renzo Bellardone
«Certamente
il punto di inizio di ogni composizione bachiana è già altissimo. E tutto il
resto non dovrà che mantenersi alla medesima altezza. Quindi, se vorremo
scegliere un’immagine per la direzione della sua musica non credo ci sia nulla
di più adatto che una retta orizzontale […] Quindi l’ascoltatore ritrova in sé,
prevedendolo punto per punto, il cammino che percorrerà la musica fino alla sua
conclusione, di solito necessarissima. Questa è arte, anzi, sarei tentato a
dire, Natura». Pier Paolo Pasolini
Passione secondo Matteo Stresa Festival 2022-Convention
Center 20 agosto Vincenzo Capezzuto,
Evangelista Christian Senn,
Jesus Isabella De Massis,
Testis 1 Carlotta Colombo,
soprano Isabella De Massis,
alto Massimo Lombardi,
tenore Giacomo Nanni, basso Roberto Ardigò,
direttore del coro Ars Cantica Choir Marco Berrini, maestro del coro Accademia dell’Annunciata Riccardo Doni, cembalo e direzione musicale
Bella l’idea di far precedere
il Concerto da una conversazione di Luca
Mosca, certamente uno degli esperti più accreditati di Bach. L’incontro è
risultato molto piacevole e divertente infatti Mosca è riuscito a traslare
argomenti importanti e non sempre facili con grande semplicità e di facile
accesso anche per l’ascoltatore più sprovveduto; il relatore ha suonato il
pianoforte, ha cantato, ha imitato, interpretato ed esposto le sue convinzioni
sulla musica canzonettistica moderna raffrontata alla genialità di Bach
espressa anche in questa Passione secondo Matteo che aveva ispirato
Pasolini ed a cui è ispirata parte del Festival ed anche la Passione. La
composizione bachiana è sempre uguale, in quanto sempre altissima e ricca di
innovazione e di ‘colpi di scena musicali’ L’ascolto porta sempre ad
immedesimarsi in una sconvolgente contemporaneità nonostante sia stata eseguita
a Lipsia per la prima volte nel 1727. Venendo allo strepitoso successo della Passione eseguito
nel rinnovato Palazzo dei Congressi per l’inaugurazione della seconda parte
dello Stresa Festival, possiamo dire che tradizione e ricerca trovano un connubio ideale per celebrare la
tradizione in chiave moderna e nel ricordo di Pasolini; la neo produzione si
ispira infatti al primo film di Pasolini ovvero Accattone, dove l’autore
riporta le sue precedenti esperienze di scrittore e di vita vissuta e
conosciuta. La narrazione di Accattone si conclude con un piccolo furto
che porta il protagonista a fuggire in moto, ma il destino scritto fin dall’inizio
si compie e Accattone muore: “Ora sto bene” sono le ultime sue parole. Bach
secondo un aforisma è la dimostrazione dell’esistenza di Dio e anche Pasolini
aveva scelto la sua musica appunto per Accattone. Inevitabile la similitudine con la narrazione del vangelo
secondo Matteo dove il destino si compie come come le scritture dei profeti
avevano previsto. Il narratore/Evangelista a piedi scalzi si muove su una
piccola scalinata a piedi nudi, come un accattone ed entra in scena a luci
spente in una corsia parallela a quella in cui entra in contemporanea Gesù: il
narratore e il protagonista sacrificale entrano insieme, in parallelo, ma con
la distanza evidente tra chi racconta e chi vive la tragedia salvifica. Ognuno degli
interpreti è in ruolo e tratteggia il personaggio o i vari personaggi affidati
con caratterizzazione e determinazione e riescono nella non facile impresa di
trasformare la composizione in una quasi Opera semiscenica; la linearità dei
movimenti, studiati a significare i vari
momenti della drammaturgia sono
amplificati da vocalità interessanti. Il
coro è dominante e crea l’atmosfera di attesa e di dolore con colori ed
emozioni di forte impatto. Si
potrebbero citare uno ad uno i vari attori della realizzazione, ma il mio
sentire mi ha portato a cogliere l’insieme, la coralità e il desiderio di
‘riuscire insieme’. La Musica vince sempre.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.