Foto: StresaFestival2022Renzo Bellardone
Tra le storiche location all’aperto dello Stresa Festival e
di tutto rilievo è la Loggia del Cashmere sull’Isola Madre. La Musica da sola è
un qualcosa di misterioso che penetra gli animi, quando poi la si ascolta dal
vivo, tra gli alberi ed i prati curati, fiori e magari avvolti da una gradevole
brezza lacustre….assicuro che il tutto è un grazie alla vita !
Signum Saxophone Quartet Stresa Festival 2022- Isola
Madre 21 agosto The Alchemy of Folk A. Dvořák, Quartetto per archi “Americano” in fa
magg. op. 96 (arr. Signum) G. Ligeti, Sei bagatelle (arr.
Guillaume Bourgogne) A. Vivaldi, Concerto “La
Tempesta di Mare” op. 10 RV 433 (arr. Signum) G. Lago, Ciudades per
quartetto di saxofoni B. Bartók, Danze
folkloriche rumene Sz. 56 (arr. Signum) P. Marzocchi, Albanian
Folk Song (arr. Signum
Il sito dello Stresa Festival, circa il concerto in oggetto
recita: “Oltrepassare i confini del
genere classico è da sempre d’ispirazione per il Signum Saxophone Quartet. Farlo senza alcun compromesso artistico o musicale,
un imperativo. È senz’altro questo che ha spinto l’autorevole quotidiano
tedesco Süddeutsche Zeitung a sottolineare come il Signum si ponga allo stesso
livello dei più prestigiosi quartetti d’archi del momento, definendoli
amichevolmente “I favolosi 4”. “...” The Alchemy of Folk è
l’ultima invenzione del laboratorio musicale di Signum: con il pregevole suono
dei loro strumenti il Quartetto rende omaggio a Vivaldi, Mozart, Bartók… Da
sempre alla ricerca della perfezione e di un’impeccabile fusione del suono,
Signum crea un elisir di musica (folk) mai ascoltato e molto personale” Effettivamente una sorpresa e direi una gradevolissima
sorpresa: Su un piatto di divertente e
dotta leggerezza, la Musica colta e strutturata è stata offerta come fosse un
delizioso piatto da gustare sorridendo. Il programma offerto è davvero di facile ascolto: parte
da Dvořák con il quartetto scritto nel
periodo americano, quindi dello stesso tempo del “nuovo mondo” e con il suono
dei sax è risultato davvero eccezionale. Scevro da atteggiamenti competenti,
che da semplice appassionato non detengo,
assicuro che con Ligeti i colori intriganti e le esplosive dissonanze
hanno centrato il bersaglio della piacevolezza d’ascolto. Vivaldi è stato trasmesso brillantemente e poi la sorpresa
per me, di Lago avvolto dall’essenza del canto implorante con frasi ricorrenti
che si spegne in un afflato, poi seguito
da ‘Addis Abeba’ molto ritmato e descrittivo. La conclusione con i brani di Paolo Marzocchi ha fatto
rivivere le atmosfere dei canti e delle danze albanesi suonate e ballate alle
feste multicolori e vivide di allegrezza. Un plauso agli interpreti brillanti e coinvolgenti, o meglio
ancora direi trascinanti. La Musica vice sempre.
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