MOSE' IN EGITTO - Foto di Mario Finotti
Renzo Bellardone
Riguardo ai teatri di tradizione di cui il Coccia di Novara
è splendente stella nell’omonimo firmamento, mi corre sinceramente il dovere ed
il piacere di apprezzarne ancora una
volta gli sforzi, l’impegno ed il non scontato risultato che meritoriamente viene di volta in volta raggiunto ed
applaudito. Opera poco rappresentata trova spazio a Novara, dove la ricerca della
proposta è di casa! Dopo il successo a Pisa, Mosè trova ottima accoglienza al Coccia che
vanta una platea decisamente interessata e direi in buona parte competente o
almeno appassionata. La realizzazione è improntata alla semplicità e vanta l’attenzione ad
uno dei più massicci problemi contemporanei, ovvero i rifiuti e la possibilità
di riciclo qui valorizzata con le scene
ed i costumi di Josè Yaque con Valentina Bressan realizzati da Officina Scart di Waste recycling - Gruppo
Erambiente che nulla hanno tolto alla realizzazione, ma che anzi l’hanno
resa particolare, quindi attrattiva. La regia di Lorenzo Maria Mucci non è molto movimentata, ma attagliata ad
un’opera che può essere realizzata con una certa staticità, risolve la
possibilità di lasciare ampio margine al canto.
Il Coro Ars Lyrica sorprende per l’ottimo affiatamento insieme all’orchestra della Toscana per la purezza
del suono, che grazie anche all’attenta
bacchetta del pisano Francesco
Pasqualetti, danno veramente una
buona cifra interpretativa a sostegno del vigore impresso dal direttore alla
partitura rilevante; ancor giovane, ma oramai affermato in tutto il mondo
Pasqualetti affronta lo spartito con piglio e rinnovata sicurezza, riservando
le giuste cure ed attenzioni alla buca ed al palcoscenico. Gli interpreti non sono tutti così noti, ma la riuscita della messa in
scena sottolinea ancora una volta quanta bravura ci sia nel teatro d’opera italiano. Alessandro Abis interpreta con incisività ed un piglio
meditato il ruolo di Faraone con timbricità da basso che conferisce
autorevolezza al personaggio. Il ruolo
della regina Amaltea viene affidato all’esperta e sicura Silvia dalla Benetta che imprime forte personalità al personaggio
elevandolo a protagonista. Natalia Gravilan tratteggia Elcia con notevole sicurezza
interpretativa affascinando con i piani che coinvolgono gli animi più sensibili. La scena è pressoché fissa e statica e lascia a Ruzil Gatin di esprimersi con un timbro caldo ed una colorazione
definita per disegnare il ruolo di
Osiride in modo decisamente personale ed attento che fa presupporre anche
palcoscenici internazionali. Marco Mustaro in Mambre, Matteo Roma in Aronne e Ilaria
Ribezzi in Amenolfi riescono ad imprimere un forte significato ai
rispettivi personaggi che grazie alla loro interpretazione divengono ruoli
da reali comprimari. Il ruolo del
titolo, Mosè è affidato a Federico
Sacchi che pur in presenza di un’annunciata indisposizione affronta il
ruolo, con un interessante volume ed esperta scenicità. La Musica vince sempre!
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