Foto: Edoardo Piva @ Teatro Regio di Torino
Renzo Bellardone
Pazzia, tradimento, sonnambulismo sono temi tra i prediletti delle opere liriche:
sia per quelle tragiche che per quelle più amene o addirittura assimilabili ad
un quasi vaudeville. “Sonnambula” rientra proprio in quest’ultimo caso ed a
tratti è divertente, mentre in altri c’è apprensione e partecipazione. In ogni
caso per gli amanti del bel canto è certamente un trionfo di voci in un
rincorrersi di variazioni ed agilità L’allestimento che propone in cartellone il Teatro Regio di
Torino, non profuma certamente di nuovo e di fresco, ma è la ripresa di una
produzione vista nel 1998, che ha comunque un suo perché e nelle scene di Giacomo
Andrico, risulta addirittura contemporanea per le scelte dei colori con il
grigio chiaro prevalente spaccato dalle sapienti luci disegnate da Andrea
Anfossi , che nell’insieme amplificano la profondità e la
tridimensionalità. La regia di Mauro
Avogadro regista collaboratore Ola Cavagna- non ha colpi di scena, ma
privilegia le scene d’insieme abbastanza statiche che favoriscono i cantanti
nell’emissione. I costumi di Giovanna Buzzi sono in linea con l’idea
realizzativa ed ancor più con le scene, sostenendo l’idea del colore non
appariscente, ma che crea omogeneità. Un
accento positivo va messo sul coro del Regio che è sempre preciso, puntuale e
scenicamente valido. Renato Balsadonna, sconosciuto alla maggior parte del pubblico torinese,
dirige con sufficiente piglio ed attenzione alla buca parimenti al palco. Diversi sono i volti e le voci nuove (a mia memoria)
per il Regio di Torino, ma questo rende più interessante l’approccio con la
produzione ed infatti vengono particolarmente apprezzate le voci del
mezzosoprano Nicole Brandolino nel
ruolo della molinara Teresa cui imprime sufficiente carisma con il timbro bello
e sicuro. Altrettanto interessante nel ruolo di Lisa è il soprano Daniela Cappiello, vivace e brillante
con brillio lirico. Ekaterina
Sadovnikova interpreta la protagonista
Amina/Sonnambula con voce chiara e luminosa che ben fa esplodere le variazioni ed agilità, tanto da immaginarla
anche nella Lucia donizzettiana. I nomi noti ai palcoscenici internazionali non hanno
certo deluso: Nicola Ulivieri con voce profonda e scura ha reso il conte con
sapiente esperienza e lungo sodalizio con l’opera, così come il coprotagonista Elvino
ha trovato nell’affermato e solido Antonino
Siragusa un interprete di grande
livello e facile in ogni ruolo belcantistico. La Musica vince sempre.
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