Foto: Stresa Festival
Renzo Bellardone
Il sito del Festival recit così: Progetto su Pulcinella di I. Stravinskij -
Commissione Stresa Festival Il pianista e compositore franco-americano Dan Tepfer non è nuovo a rivisitazioni di musica
classica elaborate attraverso un’ottica originale e convincente. Le sue
fortunate Variazioni Goldberg / Variations sono
un esempio di come si possa utilizzare il capolavoro bachiano attualizzandone
il linguaggio in chiave jazz. In prima esecuzione assoluta il pianista presenta
a Stresa, grazie alla commissione del Festival, la sua personale visione
del Pulcinella di Stravinskij, coadiuvato dal
bassista Michal Baranski e dal
batterista Nate Wood. Ancora poco
conosciuto in Italia, Dan Tepfer ha un curriculum jazzistico di tutto rispetto,
vantando illustre collaborazioni tra cui quelle con Lee Konitz, Pharaoh
Sanders, Paul Motian… Il pubblico della serata potrà apprezzare le sue capacità
di generare musica di grande spessore partendo da un capolavoro del Novecento,
nonché avrà un’occasione importante per ascoltare un pianista, e il suo trio,
di statura internazionale.
\STRESA FESTIVAL DAN TEPFER TRIO – Regina Palace – 18
luglio 2019 Tra Classico e Neoclassico Dan Tepfer, pianoforte Michal Baranski, basso Nate Wood, batteria . Sporadico
frequentatore dei concerti jazz, mi approccio d’abitudine con l’atteggiamento
di chi pensa ‘stiamo a vedere’! ed anche in questo caso è stato così, ma fin
dall’attacco comprendo che stiamo entrando in un mondo nuovo con una nuova visione,
direi romantica, del jazz. Dan Tepfer esordisce asserendo che questa commissione dello Stresa festival la
considera come una ‘very exciting experience’ e si rivela immediatamente un
raffinato interprete con un tocco decisamente consapevole e sensibile e,
creando rarefatte atmosfere ammantate di delicatezze, pone il jazz in una nuova
dimensione romantica. Partendo da
tonalità ‘educate’ va in crescendo con moderatezza e rispetto; il batterista Nate Wood si propone quasi con
riservatezza senza accedere mai alla prevaricazione che talvolta la batteria ha
sul resto della formazione, così come il contrabbassista
Michal Baranski duetta con una sorta di affetto con la tastiera di Tepfer e
non esordisce mai in protagonismi che altri esibiscono con superficialità. Man mano che il
concerto procede i colori si fanno più accesi con divertenti troncature finali
e scintillanti narrazioni di danze veloci
ben ritmate, che si esprimono con frasi musicali complesse, ma rese con
semplicità e sicuro amore per quelle note. Si tratta di una
prima esecuzione, pertanto è musica mai ascoltata prima, ma immediatamente
pervade lo spirito dell’ascoltatore anche per la passione e l’ironia che con
mistero e vibrazione rendono percettibile ed efficace l’ascolto. Concludo con l’annotazione
che per me si è trattato d una vera lezione/guida all’ascolto, riscoprendo che
il jazz è anche dolcezza e che può descrivere il tormento, vedendo già la luce
della soluzione, attraverso un percorso di equilibrio, insomma una very
exciting experience. La Musica vince
sempre.
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