Foto: Stresa Festival
Renzo Bellardone
Il programma di
sala recita: “Il progetto Et manchi pietà nasce dall’esigenza di dar
vita a una creazione multimediale e multidisciplinare di videoart/musica dal
vivo di Anagoor che,
partendo dall’opera della pittrice Artemisia Gentileschi (1593
– ca.1656), si propone di esplorare alcune particolarità della pittura e della
musica del primo barocco italiano, mettendo in risalto le specificità creative
e il loro portato emotivo. Figlia di Orazio Gentileschi (uno dei primi pittori
caravaggeschi italiani), e fino a pochi decenni fa ricordata soprattutto per la
vicenda del processo per stupro, Artemisia ha dovuto attendere oltre trecento
anni per veder riconosciuto appieno il proprio valore come pittrice. La
performance consiste nell’esecuzione di musiche di Monteverdi, Rossi, Strozzi,
Kapsberger, Trabaci, Merula, Landi, Castello, Fontana dal soprano Roberta Invernizzi e
dall’Accademia
d’Arcadia con strumenti d’epoca, che corrispondono ad
altrettanti capitoli visivi del film proiettato su un grande schermo. Nella
seconda parte della serata il critico d’arte Vittorio Sgarbi analizzerà il
lavoro della Gentileschi e dell’ambiente artistico coevo”
Et manchi Pietà. Palacongressi Stresa
– 25 agosto 2019 Et manchi Pietà Artemisia Gentileschi, tra violenza e perdono Roberta Invernizzi, soprano Accademia d’Arcadia Alessandra Rossi Lürig, direttore Spettacolo di videoart a cura di Anagoor Musiche
di MONTEVERDI, ROSSI, STROZZI, KAPSBERGER, TRABACI, MERULA, LANDI, CASTELLO,
FONTANA. Lectio magistralis di Vittorio Sgarbi su Artemisia Gentileschi. Serata decisamente attesa ed immaginato la
perfezione del connubbio tra musica, arte e video. Per quanto la prima parte, quella della
musica e del canto non si può che dire bene: l’Accademia dell’Arcadia brilla
sicuramente per stile esecutivo e ricerca di sonorità impeccabili ed
altrettanto eccellente l’ascolto di Roberta Invernizzi la quale ha affascinato
anche il pubblico più distante dal genere musicale. Voce chiara e limpida che sa modulare con
gentilezza ed incisività: direi un capolavoro esecutivo. Circa il video a cura
di Anagoor, ho qualche perplessità sull’insieme: Diviso in 13 quadri più prologo
e epilogo è apparso a tratti lento ed eccessivamente didascalico; bene il
‘prologo’ con la visita museale ed il ‘casino delle Muse’ tanto per citarne
alcuni passi, di ricerca di forte impatto ‘Judith’ o ‘Bath’ troppo fotografico,
senza particolare ricerca. Nell’insieme comunque la prima parte di 85 minuti ha
funzionato. Dopo un breve intervallo è stato il momento
di Vittorio Sgarbi, che pur avendo a disposizione un argomento di tutto
interesse, si è dilungato molto su pittori minori con la proiezione di molte
immagini, tanto da giungere a circa le 23,45 per ultimare la serata. La Musica vince sempre.
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