Foto: Stresa Festival
Renzo Bellardone
Prima assoluta
su commissione Stresa Festival In collaborazione con Compagnia Simona Bucci. Uno sguardo che si posa per “un
istante”. Un istante che grazie a questa attenzione si frantuma in innumerevoli
frammenti pregni ed evocativi. Gli accadimenti si inseguono, si scontrano, si
intrecciano, si fronteggiano, uguali ed opposti, ma fusi in un unico corpo di
corpi. Malinconia, grottesco, gioia, forza e vulnerabilità, quiete, dolore,
rimorso, nel costante inarrestabile mutamento del divenire. I 24
Preludi e Fughe di Dimitri Šostakovič diventano
qui grande fonte d’ispirazione per un progetto coreografico firmato da Simona Bucci. La coreografia vedrà la
presenza in scena di sette danzatori uomini che vivranno, respireranno e
renderanno la musica, suonata dal vivo dal pianista Roberto Prosseda, una presenza fisica
e materica ed evocativa. Simona Bucci, già danzatrice solista della Alwin
Nikolais Dance Company, è Coordinatrice dell’Accademia Isola Danza della
Biennale di Venezia, assistente di Carolyn Carlson e Direttore Artistico della
Compagnia Simona Bucci. Questo concerto
rientra nell’area tematica Tra Classico e Neoclassico: la
via russa.
Preludi e Fughe – Geografia Antropica Il Maggiore
Verbania 30 agosto 2018 Roberto Prosseda, pianoforte Compagnia Simona Bucci
L’abbinamento di più forme
artistiche è ormai scelta ineluttabile per l’esigenza di creare nuove
spettacolarità, nuove sensazioni e atmosfere dai colori diversi, insomma
divenire sempre più attrattivi ed utilizzare ogni elemento possibile per
interessare il pubblico e trasmettere cultura, affascinandolo! Lo Stresa
Festival in questo ha davvero abilità ed anche in questa occasione l’essenzialità
del pianoforte suonato da Roberto
Prosseda con ecletticità interpretativa ed evidente passione, in connubio
con le danze maschili coreografate da Simona
Bucci riescono ad avvolgere il pubblico con atmosfere di assoluta purezza e
linearità. Il palco è tappezzato da infiniti
foglietti di plastica bianca, sul fondo grigio contemporaneo, dove si dilegua
la nebbia, mentre a sinistra del palco
emerge il pianoforte. Con gesti semplici o con
rocamboleschi passi ispirati a diverse tecniche di danza, i sette danzatori
uomini raccontano le emozioni ispirate
dalle fughe e preludi suonati son maestria e grande partecipazione; dal mio
punto di vista non è stato indispensabile individuare nei dettagli le storie
narrate, ma cogliere le sfumature e le sensazioni insite nelle storie che
divengono la vita stessa dei danzatori con tutte le similitudini e contrarietà
che la vita contiene. La Musica vince sempre
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