Thursday, September 26, 2019

Preludi e Fughe – Geografia Antropica Il Maggiore Verbania, Italia


Foto: Stresa Festival

Renzo Bellardone

Prima assoluta su commissione Stresa Festival In collaborazione con Compagnia Simona Bucci. Uno sguardo che si posa per “un istante”. Un istante che grazie a questa attenzione si frantuma in innumerevoli frammenti pregni ed evocativi. Gli accadimenti si inseguono, si scontrano, si intrecciano, si fronteggiano, uguali ed opposti, ma fusi in un unico corpo di corpi. Malinconia, grottesco, gioia, forza e vulnerabilità, quiete, dolore, rimorso, nel costante inarrestabile mutamento del divenire. I 24 Preludi e Fughe di Dimitri Šostakovič diventano qui grande fonte d’ispirazione per un progetto coreografico firmato da Simona Bucci. La coreografia vedrà la presenza in scena di sette danzatori uomini che vivranno, respireranno e renderanno la musica, suonata dal vivo dal pianista Roberto Prosseda, una presenza fisica e materica ed evocativa. Simona Bucci, già danzatrice solista della Alwin Nikolais Dance Company, è Coordinatrice dell’Accademia Isola Danza della Biennale di Venezia, assistente di Carolyn Carlson e Direttore Artistico della Compagnia Simona Bucci. Questo concerto rientra nell’area tematica Tra Classico e Neoclassicola via russa.

Preludi e Fughe – Geografia Antropica Il Maggiore Verbania 30 agosto 2018 Roberto Prosseda, pianoforte Compagnia Simona Bucci

L’abbinamento di più forme artistiche è ormai scelta ineluttabile per l’esigenza di creare nuove spettacolarità, nuove sensazioni e atmosfere dai colori diversi, insomma divenire sempre più attrattivi ed utilizzare ogni elemento possibile per interessare il pubblico e trasmettere cultura, affascinandolo! Lo Stresa Festival in questo ha davvero abilità ed anche in questa occasione l’essenzialità del pianoforte suonato da Roberto Prosseda con ecletticità interpretativa ed evidente passione, in connubio con le danze maschili coreografate da Simona Bucci riescono ad avvolgere il pubblico con atmosfere di assoluta purezza e linearità. Il palco è tappezzato da infiniti foglietti di plastica bianca, sul fondo grigio contemporaneo, dove si dilegua la nebbia, mentre  a sinistra del palco emerge il pianoforte. Con gesti semplici o con rocamboleschi passi ispirati a diverse tecniche di danza, i sette danzatori uomini raccontano le emozioni   ispirate dalle fughe e preludi suonati son maestria e grande partecipazione; dal mio punto di vista non è stato indispensabile individuare nei dettagli le storie narrate, ma cogliere le sfumature e le sensazioni insite nelle storie che divengono la vita stessa dei danzatori con tutte le similitudini e contrarietà che la vita contiene. La Musica vince sempre


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