Thursday, October 24, 2019

Orlando di Haendel - San Francisco Opera


Foto: Cory Weaver / San Francisco Opera

Ramón Jacques

Un ospedale psichiatrico, con letti, un corridoio, una reception con illuminazione brillante, e alcune proiezioni sul fondale con eleganti costumi; collocato in un periodo posteriore alla Seconda Guerra Mondiale, è il contesto nel quale si sviluppa la trama di questa meravigliosa opera handeliana. La produzione proveniente dallOpera di Scozia, ideata e diretta dal regista Harry Fehr con scenografie di Yannis Thavaris, ci introduce al personaggio di Orlando come un ex pilota dellareonautica britannica, delirante e schizofrenico, che vive recluso in questa situazione. Se è certo che la trama contiene un po’ di magia, la direzione scenica ha dilatato le cose al punto di oltrepassare i limiti della coerenza scenica. In scena si vedeva un personaggio, quello di Orlando, tormentato e esageratamente interpretato, circondato da medici e infermieri, in un allestimento che al principio piaceva alla vista ma che nellinsieme e con il trascorrere della recita finiva per essere irritante. In breve si è nuovamente trattato di un allestimento moderno europeo, di quelli in cui si cerca di sminuire la vicenda, imponendo una visione che non apporta molto alla parte recitata dello spettacolo. Orlando, che fu solo portato in scena in teatro nella stagione del 1985 da Marilyn Horne, avrebbe meritato una migliore riproposta; fortunatamente le componenti vocali e musicali sono state pienamente soddisfacenti. Il mezzosoprano Sasha Cooke ha mostrato timbro gradevole che ha usato con interessante flessibilità vocale e virtuosismo con il quale ha emozionato in diversi momenti. Nel suo debutto americano il soprano austriaco Christina Gansch ha dato vita ad una sensibile Dorinda con tonalità brillante e un accento adatto al repertorio. Heidi Stober ha avuto un buon disonpegno vocale come Angelica, il suo canto è stato corretto, non precisamente commovente, e la sua interpretazione del personaggio è stata la più castigata e misurata. Il controtenore Aryeh Nussbaum Cohen ha mostrato una sorprendente sicurezza nel canto, dando dignità al personaggio di Medoro. Da parte sua il basso-baritono Christian von Horn, oltre ad avere una voce potente non sembrava adatto a questo repertorio per carenza di gusto. Sul podio Christopher Moulds, conoscitore sperimentato di Handel, ha fatto suonar bene la rinforzata e compatta orchestra del teatro, per la dinamica dei suoi tempi, lattenzione alle voci e per leleganza e la nobiltà che ha impresso nella sua lettura. 


No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.