Thursday, September 5, 2013

Baci incandescenti dall’Amoroso Foco di Marina Bartoli e Michael Leopold.

Amoroso Foco è il nome che si sono dati, formando un ensemble, il soprano Marina Bartoli e il liutista Michael Leopold. L'ispirazione, spiegano, viene da Aminta, dramma pastorale di Torquato Tasso, ed esprime il carattere dei loro programmi concertistici e discografici, tutti basati sulle mille sfaccettature dell'amore, con testi e musiche ora sentimentali ora scintillanti ora ironici ripescati dall'immenso repertorio rinascimentale e barocco. Lo strumentale è scarno ma ricco al tempo stesso, perché Leopold suona vari strumenti a pizzico dalla timbrica ben precisa: liuto, tiorba e chitarra barocca, mentre Bartoli, oltre a una voce preziosa e sensuale, provvede, talvolta, ma in maniera molto discreta, a una base ritmica percuotendo tamburi, tamburelli e cimbali.
Il CD che Amoroso Foco presenta alla fine del 2012 e che inaugura così la nuova Era dell’Acquario s’intitola Guerra di baci, dal titolo di una poesia di Giambattista Marino, e alterna con una simmetria mai stucchevole e in piacevole disordine cronologico brani per voce ad altri per soli strumenti a pizzico. Giovanni Girolamo Kapsberger la fa da padrone, con toccate e pezzi di carattere come la suggestiva Arpeggiata, Passacaglia, Canario; scopriamo poi la bella e misteriosa Toccata XIII di Alessandro Piccinini, Il pescatore che va cantando e la Fantasia di Pietro Paolo Borrono, due Ricercare di Francesco da Milano, dove Leopold mostra il suo virtuosismo tecnico e soprattutto espressivo con eleganza e discrezione.
Marina Bartoli dà alle frottole, le arie, le canzoni e le cantate una vitale freschezza di insolito fascino. Con voce limpida e intonatissima il soprano mantovano snocciola ogni frase, ogni parola come se fosse una collana di gioielli, le cui perle e pietre vengono scoperte una per una, quasi col piacere di chi sta per mostrare qualcosa di raro e prezioso a delle persone care. La padronanza degli stili che la Bartoli sfoggia, dal recitativo all'arioso, dal canto popolaresco della frottola e della villanella alla cantata canonica di Stradella, dove il confine tra recitar cantando e aria quasi non esiste più, illumina questo CD, ma l’artista lo fa con semplicità, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Gran pregio di un'artista delicata, che quasi in punta di piedi ci apre una finestra sulla sua maniera di intendere il canto e la musica.
Dove occorre una drammaticità maggiore, come nei pezzi di Stradella e Strozzi, la Bartoli, maestra di effetti vocali speciali, messe di voce, accenti, colorature, sa come trafiggere o accarezzare il cuore dell'ascoltatore.
Scorre così come in una festa tra amici, senza mai ombra di cedimento o stanchezza, quasi un'ora di musica deliziosa che comprende, oltre ai già citati brani strumentali, opere di Barbara Strozzi (È pazzo il mio core e Tradimento), di Alessandro Stradella (Chi mi disse che amor dà tormento e Lontananza e gelosia), di Philippe Verdelot (Quando amor), Girolamo Montesardo (Scherzo di ninfe), Giulio Caccini (Al fonte al prato), G.G Kapsberger (Già risi del mio mal e Sonino scherzino), e anonimi del XVI secolo (Dolce Amoroso Foco - che dà il nome al gruppo - e la villanella napoletana Madonna tu mi fai lo scurrucciato). L'accompagnamento di Leopold è sempre discreto e asseconda la voce della Bartoli in tutte le sue varietà espressive, ora suggerendo, ora raccogliendo il suggerimento della voce. Massimo Crispi
La semplicità si rivela vincente.
Per informazioni sul CD contattare www.marinabartoli.com
 

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