Amoroso Foco è il nome che si sono dati, formando un ensemble, il soprano Marina
Bartoli e il liutista Michael Leopold. L'ispirazione, spiegano, viene da Aminta, dramma pastorale di Torquato
Tasso, ed esprime il carattere dei loro programmi concertistici e discografici,
tutti basati sulle mille sfaccettature dell'amore, con testi e musiche ora
sentimentali ora scintillanti ora ironici ripescati dall'immenso repertorio
rinascimentale e barocco. Lo strumentale è scarno ma ricco al tempo stesso,
perché Leopold suona vari strumenti a pizzico dalla timbrica ben precisa:
liuto, tiorba e chitarra barocca, mentre Bartoli, oltre a una voce preziosa e
sensuale, provvede, talvolta, ma in maniera molto discreta, a una base ritmica
percuotendo tamburi, tamburelli e cimbali.
Il CD che Amoroso Foco presenta
alla fine del 2012 e che inaugura così la nuova Era dell’Acquario s’intitola Guerra
di baci, dal titolo di una poesia di Giambattista Marino, e alterna con
una simmetria mai stucchevole e in piacevole disordine cronologico brani per
voce ad altri per soli strumenti a pizzico. Giovanni Girolamo Kapsberger la fa
da padrone, con toccate e pezzi di carattere come la suggestiva Arpeggiata, Passacaglia, Canario;
scopriamo poi la bella e misteriosa Toccata
XIII di Alessandro Piccinini, Il
pescatore che va cantando e la Fantasia
di Pietro Paolo Borrono, due Ricercare
di Francesco da Milano, dove Leopold mostra il suo virtuosismo tecnico e
soprattutto espressivo con eleganza e discrezione.
Marina Bartoli dà alle frottole, le arie, le canzoni e le cantate una
vitale freschezza di insolito fascino. Con voce limpida e intonatissima il
soprano mantovano snocciola ogni frase, ogni parola come se fosse una collana
di gioielli, le cui perle e pietre vengono scoperte una per una, quasi col
piacere di chi sta per mostrare qualcosa di raro e prezioso a delle persone
care. La padronanza degli stili che la Bartoli sfoggia, dal recitativo
all'arioso, dal canto popolaresco della frottola e della villanella alla
cantata canonica di Stradella, dove il confine tra recitar cantando e aria
quasi non esiste più, illumina questo CD, ma l’artista lo fa con semplicità,
come se fosse la cosa più naturale del mondo. Gran pregio di un'artista
delicata, che quasi in punta di piedi ci apre una finestra sulla sua maniera di
intendere il canto e la musica.
Dove occorre una drammaticità maggiore, come nei pezzi di Stradella e
Strozzi, la Bartoli, maestra di effetti vocali speciali, messe di voce,
accenti, colorature, sa come trafiggere o accarezzare il cuore
dell'ascoltatore.
Scorre così come in una festa tra amici, senza mai ombra di cedimento o
stanchezza, quasi un'ora di musica deliziosa che comprende, oltre ai già citati
brani strumentali, opere di Barbara Strozzi (È pazzo il mio core e Tradimento),
di Alessandro Stradella (Chi mi disse che
amor dà tormento e Lontananza e
gelosia), di Philippe Verdelot (Quando
amor), Girolamo Montesardo (Scherzo
di ninfe), Giulio Caccini (Al fonte
al prato), G.G Kapsberger (Già risi
del mio mal e Sonino scherzino),
e anonimi del XVI secolo (Dolce Amoroso
Foco - che dà il nome al gruppo - e la villanella napoletana Madonna tu mi fai lo scurrucciato).
L'accompagnamento di Leopold è sempre discreto e asseconda la voce della
Bartoli in tutte le sue varietà espressive, ora suggerendo, ora raccogliendo il
suggerimento della voce. Massimo Crispi
La semplicità si rivela vincente.
Per informazioni sul CD contattare www.marinabartoli.com
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