Renzo Bellardone
Torino – Fondazione Merz. Martedì 9 luglio 2013 ore 21,30. METEORITE IN GIARDINO 6 F. Liszt: Due Etude dall’opera n. 1, C.Czerny: Quattro studi dalla ‘Scuola della Velocità’, F.Liszt: Grande Etude de Paganini n. 6 in la minore, C.Debussyì: L’Isle Joyeuse, D.Carmarino: ‘Vertigine’ – prima esecuzione assoluta su
testo di Rimbaud. Vertigine
installazione di Paolo Leonardo. Suona, Suona Rimbaud ! Musiche a cura di
Massimiliano Genot. Voce Recitante – Licia Di Pillo
“NON SI E’ MAI
MOLTO SERI A 17 ANNI” è il concetto, che
ripetuto per ben due volte va a contribuire alla costruzione dell’impianto del melologo condotto a due voci: l’una è quella del
pianoforte sotto l’esperta interpretazione di Massimiliano Genot e l’altra è quella variegata dell’attrice Licia Di Pillo che termina la prima
lettura sulla parola “libertà” e sulla cui ultima sillaba si innestano le note
di Liszt, introspettive ed intime attraverso l’esaltazione del tocco di Genot. Complici la bella
serata dell’estate torinese e la particolare location della Fondazione Merz che
ha permesso diverse note registiche, la serata è iniziata con l’arrivo del
pianista in bicicletta con l’attrice sul seggiolino posteriore con fondale scenico dell’installazione ‘Vertigine’
in nero su fondo rosso di Paolo Leonardo; a vivacizzare la regia l’attrice ha letto addirittura in cima ad una scaletta illuminata da occhio di
bue rosso (a richiamare il colore dominante dell’installazione) e quasi sospesa
nel vuoto ad evocare il senso della vertigine.
Molto ben assemblata tra parole e
musica la serata si è snodata accattivante. Massimiliano Genot,
ben noto ed affermato interprete, riesce a trasmettere la leggerezza della
giocosità, intervallandola con leit motivs ossessivi a sottolineare la vita
maledetta di Rimbaut, fino a scavare nelle viscere della terra e nella
profondità dell’io, per concludersi in un pianissimo finale di grande
sospensione. Violento ed appassionato, tenero e dolce nel tocco, crea atmosfere
impalpabili, ma clamorosamente reali! Licia Di Pillo è
raffinata interprete che sa usare voce
e sguardi per coinvolgere ed appassionare con alternanza di intenzioni ed
intonazioni, portando il melologo molto vicino ad una composizione operistica,
sia per la partecipata esposizione con chiaro fraseggio che per le tonalità ricercate. Dall’inizio
le parole e la musica vanno via via a fondersi fino all’apprezzato melologo finale
appositamente scritto da un attento e sensibile Davide Carmarino
sull’intero testo di ‘Vertigine’ di Rimbaud, che nell'espressione musicale di
Carmarino ha incontrato il suo habitat elettivo. La Musica vince
sempre.
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