Foto: Teatro Coccia di Novara
Renzo Bellardone
Il Teatro Coccia di Novara ancora una
volta merita l’apprezzamento del pubblico per le scelte, le collaborazioni
artistiche e di produzione. ‘Il Barbiere’ andato in scena a metà novembre è il
risultato di una collaborazione con il Laboratorio
Toscano per la Lirica
(premio Abbiati 2013) sull’edizione
critica musicale del Maestro Alberto Zedda. L’impressione
ricavata dalla messa in scena sono la freschezza, la giocosità e l’arcobaleno
di colori nell’essenzialità della scena e dei costumi di Pier Paolo Bisleri esaltati dallE nette luci, anch’esse vivide e
colorate, di Claudio Schmidt. L’opera,una delle
più rappresentate al mondo, è stata affrontata da diversi registi con
altrettante visioni; quella in questione, di Alessio Pizzech, è
modernamente essenziale, curando però di avere tutti i dettagli ed i simboli
sul palco; ecco infatti linearmente rappresentate con grandi persiane chiare e
stilizzate la vetrina con le parrucche,
la sedia del barbiere, il balcone, la scala,
la piazza ed il salotto di don Bartolo, il tutto condito con giovanile
freschezza e parecchie gags e movenze allusive, come per Berta, qui più che
efficacemente interpretata da Mariam
Guerra Chamorro, che non perde occasione per ‘tentare’ i vari protagonisti
invitandoli a sculacciarla e non perde neppure occasione per una tentata danza
con Rosina. L’orchestra ed il
coro anch’esse sono composte da elementi giovani e briosi, che sotto la
direzione attenta di Nicola Paszkowski hanno offerto una
buona esecuzione rispettosamente fedele.
Parimenti e simpaticamente, quanto abilmente
in scena gli elementi dell’Ensemble
LTL opera studio. Gli interpreti sono
veramente da applaudire per l’impegno profuso, la gioia interpretativa ed per
il buon risultato ottenuto non solo per l’aspetto vocale, ma anche attoriale. Alfonso Zambuto è il tenore
leggero che con i tre travestimenti ha dato vita al Conte d’Almaviva con voce sicura e brillante. Don Bartolo è stato buffamente interpretato e con voce
corposa, da Davide Franceschini che
in un certo senso ha rivisitato il personaggio rendendolo ancor più buffo; Alessia Martino, Rosina è stata
maliziosamente aggraziata ed ha ben affrontato il ruolo con voce sicura nei
vari registri. Il basso costaricano William Hernandez ha interpretato
Figaro con movenze da palcoscenico
tra Freddie Mercury ed Elvis Presley
(Elvis the pelvis): giovane e brillante oltre ad aver esposto un’apprezzata
agile interpretazione vocale ha esibito notevoli agilità da danzatore acrobatico. Don Basilio con le
maniche alla pipistrello è stato anche calato dall’alto , dovendo cantare
sospeso in aria, ma con aplomb e professionalità Eugenio
di Lieto ne ha dato una seriosamente buffa, quanto convincente
interpretazione, scevra da facili ammiccamenti ed espressioni scontate: bel
timbro e bel colore. Federico Cucinotta ha vestito i
panni di Fiorello restando parecchio in scena e
dimostrando di saper stare sul palcoscenico con disinvolta sicurezza,
avallata anche da una voce profonda ed arrotondata che può agevolmente
affrontare ruoli più impegnativi. Come si è già accennato al ruolo di Berta,
anche quello di Ambrogio, ricoperto dal mimo Andrea Gambuzza, merita una pregevole nota, infatti in questa
produzione sono stati entrambi parte integrante dello spettacolo ravvivandolo e
riempendolo con la loro presenza sempre pertinente, puntuale e spiritosa.
Seppure in ruoli di poche battute meritano sicuramente un cenno positivo sia Diego Savini-notaio e Massimiliano Svab-un ufficiale. Ancora una volta il
melodramma buffo sull’Inutil Precauzione, ha sicuramente attratto e divertito. La Musica vince sempre.
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