Foto: Teatro Regio di Torino
Renzo Bellardone
Questa
produzione di Aida si è manifestata attraverso una regia molto classica di William
Friedkin, che seppure senza guizzi futuristici, ha rappresentato
compiutamente l’opera e ben si è attagliata all’idea di festeggiare la
reinaugurazione del Museo Egizio di Torino, considerato il più importante al
mondo dopo quello del Cairo. L’opera si è goduta appieno soprattutto per
la musica accalappiatrice fin dalla ouverture annunciatrice di un
Verdi meravigliosamente sinfonico; i dolci suoni dell’arpa o dei flauti hanno
trasportato in un dolce mondo visionario ed al tempo stesso coerente con
l’osservazione di quel mondo e purtroppo ancora di questo. La peculiarità
dell’opera ha raggiunto un’aura ipnotizzante grazie alla bacchetta –oserei dire
magica- di Gianandrea Noseda che rapito dalla bellezza
abitualmente profonde tutto il suo essere con lo sguardo proteso
all’infinito, inseguito nota dopo nota. Sicuramente ancora una conferma per la
direzione e la magnifica orchestra del Regio di Torino. Parimenti il coro
diretto da Claudio Fenoglio raggiunge vette sempre più
rilucenti in un amalgama di preziosi colori ora soffusi, ora impetuosi: un
plauso ai coristi di vero livello. Kristin Lewis, Aida, ha rivelato un tono
sensibilmente accorato ricco di luci e sfumature, piacevole nei filati e sicura
negli acuti. Amneris è stata interpretata da Anita Rachevelishvili con
voce ricca di colori e timbricamente rilevante; abile nei vari registri che ha
affrontato con sicurezza e toccante interpretazione. Marco Berti in
Radames è stato convincente nell’avanzare dell’opera ed apprezzato nel duetto
finale con Aida.. Amonraso ha trovato in Mark Doss un superbo
e possente interprete sia per colori che per timbro. Giacomo Prestia in
Ramfis è perfettamente riuscito nel personaggio grazie ad una voce profonda ed
autorevole con arrotondamenti poetici ed abile nel comunicare sensazioni
profonde. Un apprezzamento anche per In-Sung Sim, Dario Prola e
Kate Fruchterman. Molto pertinenti e stilisticamente interessanti le
coreografie riprese da Anna Maria Bruzzese. La musica vince sempre.
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