Thursday, February 11, 2016

Il Trionfo del Tempo e del Disinganno - Teatro alla Scala, Milano

Foto: Brescia&Amisano - Teatro alla Scala Milano

Massimo Viazzo

Ci troviamo in un locale anni ’20 alla moda. Si mangia, si bene, si chiacchiera. La gente va e viene mentre attorno ad un tavolo avvengono le filosofiche e moraleggianti dissertazioni che sono state confezionate dal Cadinale Pamphilij per il libretto de Il Trionfo del Tempo e del Disinganno. Si tratta di uno straordinario oratorio profano del primo Haendel, musica bellissima che Haendel stesso recupererà in seguito in altri lavori. L’allestimento curato da Jurgen Flimm (già visto a Zurigo e a Berlino) è assolutamente lineare. C’è già tutto nel libretto senza bisogno di sovrapposizioni psicanalitiche e quant’altro. Certo, in questo lavoro non c’è una vicenda da raccontare, e le diatribe tra i quattro personaggi non hanno un grandissimo sviluppo drammatico. Il peso della riuscita dello spettacolo, quindi, è tutto sulle spalle del cast musicale, cantanti, orchestra e direttore. Sara Mingardo, che interpretava il Disinganno, ha dominato in palcoscenico con la sua voce vellutata, ricca di sfumature, emozionante e sicurissima. Gli unici applausi a scena aperta dopo un paio di arie se li è meritati tutti. Martina Jankova ha donato il suo timbro cristallino alla Bellezza resa con nitidezza, anche a se volte il soprano ceco è parso un po’ freddino nella definizione della linea musicale. Più appassionata Lucia Cirillo, un Piacere intrigante e convincente. Leonardo Cortellazzi ha interpretato in modo sfaccettato il Tempo, e si è fatto preferire soprattutto nei recitativi, ben timbrati e di giusto accento. Per la prima volta si cimentava, infine, l’Orchestra Barocca del Teatro alla Scala, istruita dall’espertissimo Diego Fasolis, prima realizzazione di futuri impegni cadenzati annualmente con questo magnifico repertorio settecetesco. Un’idea coraggiosa del direttore artistico Alexander Pereira che ha già avuto molti apprezzamenti da parte degli appassionati e degli addetti ai lavori e che ha trovato gli orchestrali entusiasti di provare questa nuova e stimolante esperienza musicale

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