Foto: Teatro Municipale di Piacenza |
Renzo Bellardone
Rossini? Turco? Divertimento assicurato dalla
prima nota all’ultima ! Se poi aggiungiamo una simpaticissima messa in
scena ed un ‘BUON ‘cast il gioco è fatto e nessuno torna a casa deluso! Così è
stato anche per ‘Il Turco in Italia’ rappresentato al Municipale di Piacenza a
fine gennaio. La vivace Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
diretta da un attento e gioioso Giovanni
Di Stefano è risultata frizzante e coinvolgente. Il Coro del Teatro
Municipale diretto da Corrado Casati
è piaciuto sia per la parte vocale che per l’interpretazione attoriale. La Regia curata da Federico Bertolani è stata accolta con favore in quanto ricca di
idee, gags contestualizzate e simpatiche intrusioni tra il pubblico; le
semplici ed efficaci scene ed i costumi realizzati da Giulia Zucchetta e Federica Miani dell’Accademia di Belle Arti di
Venezia, unite alle definite luci di Claudio
Schmid, hanno contribuito in modo determinante
alla riuscita. L’attesa di questo ‘Turco’ era sentita anche perché sollecitata
da un flash mob dei giorni precedenti alla prima: ottima trovata pubblicitaria
che ha sicuramente solleticato gli interessi. La storia è nota ed è fatta di gelosie, ripicche,
tradimenti e riappacificazioni; la musica è tra le più divertenti del repertorio
rossiniano ed i non sempre facili ruoli vanno assegnati con cura. Il Turco Selim è stato interpretato dal sempre
bravo Simone Alberghini che con
forte presenza scenica ed agilità fisiche, con tanto di flessioni a terra nel
cuore della rappresentazione, offre altresì il canto con bei toni baritonali ricchi di colore
caldo e deciso. Leonor Bonilla con
cipiglio sicuro ed accattivante sfodera man mano suoni sempre più argentini,
affiancati da brillante interpretazione del ruolo di Donna Fiorilla. Il soprano
si è resa particolarmente simpatica anche nella gag all’intervallo quando
interagisce con un Don Geronio che la invoca di palco in palco fino a scendere
in platea e dare l’avvio al secondo atto. Il Don Geronio in questione è stato
interpretato dal brillante Marco Filippo
Romano che sfodera sempre una bella voce ben modulata affiancata da una interpretazione agile, più che ammiccante, allegra e divertente. Boyd Owen è stato l’interprete di Don Narciso, che ha simpaticamente
tratteggiato e reso vocalmente. Andrea
Vincenzo Bonsignore nei panni di Prosdocimo, oltre che
rincorrere una macchina da scrivere motorizzata, che si muoveva apparentemente
senza controllo sul palco, ha saputo con vitalità giovanile interpretare il
poeta: facile nei movimenti ed altrettanto duttile con la voce ha espresso un
colore scuro ed autorevole. Loriana
Castellano, nei panni di Zaida, ha ‘astrologato’ con coloristica ed
affabilità. Simpatico e bravo Manuel
Amati in Albazar. Ed ancora una volta ci si è divertiti con un
cast giovale e brillante per un’opera che è e resterà giovane e brillante. La Musica vince sempre.
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