Sunday, March 10, 2019

Guillaume Tell - Theater an der Wien di Vienna


Fotos: ©Moritz Schell
Ramón Jacques
Titoli poco conosciuti, anteprime, opere barocche o moderne e produzioni audaci, sono il sigillo della casa del Theater an der Wien di Vienna, che storicamente, dalla sua fondazione nel 1801, ha ospitato produzione di grande significato storico (come il Fidelio  di Beethoven). Sembrerebbe che attualmente registi e scenografi abbiano acquistato grande rilevanza a tal punto che certe opere non possono essere messe in scena senza di loro. Allora può esserci la riflessione se la parte scenica dello spettacolo sti allo stesso livello dell’opera musicale o si tratti solo di un complemento. Certo è che in questa occasione un lavoro di grande valore musicale come il Guillame Tell di Rossini, non poteva rappresentarsi in altro modo che con la travolgente produzione firmata da Torsten Fischer, con le scene di Herbert Schäfer e i costumi di Vasilis Triantafilopoulos, in uno spettacolo che ha lasciato una impronta sul pubblico, che non è restato indifferente. Fischer ha concepito Tell come un eroe e combattente attuale, che combatte contro l’oppressione e il terrorismo. L’uso di pochi elementi salvo alcune strutture metalliche che si alzavano e abbassavano, un buon utilizzo delle luci, proiezioni al fondo e constante azione attoriale, hanno permesso alla vicenda di fluire diligentemente. 
Cast omogeneo, capeggiato dal tenore John Osborn, che ha esibito voce di tonalità molto chiara, agile e calda nel ruolo di Arnoldo, e da Jane Archibald, una Mathilde sensibille, delicata e dal canto raffinato. Come Guillame Tell, il baritono Christoph Pohl, è stato aderente alla sua parte più per lo sviluppo scenico che ha offerto, che per la sua voce grezza. Il mezzosoprano svizzero Marie-Claude Chappuis ha prestato la sua colorita e flessibile tonalità vocale per creare scenicamente una Edwige affettiva ed elegante, Da notare anche il Melchtal di Jérôme Varnier e il Gessler autoritario di Ante Jerkunica. Il cast si completava con Edwin Crossler-Mercer come Walter Fürst e il Jemmy di Anita Rosati, di disimpegno adeguato. Sia il coro (Arnold Schoenberg Chor) che l’orchestra (Wiener Symphoniker) sotto la bacchetta entusiasta ed energica di Diego Matheuz hanno regalato memorabili momenti musicali.



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