Sunday, March 10, 2019

Le Nozze di Figaro - Opera di Vienna


Fotos:Wiener Staatsoper / Michael Pöhn

Ramón Jacques

Mozart sembra non essere mai assente dall’amplia offerta di ogni stagione della Wiener Staatsoper, che propone Le Nozze di Figaro, nuovamente nell’allestimento curato da Jean-Louis Martinoty, che fu visto per la prima volta nel 2011. L’allestimento non è stato particolarmente interessante, persino noioso, e anche se la scena si situava in Siviglia nel periodo indicato e si completava con i costumi eleganti di Sylvie de Segonzac, si notava qualcosa di decontestualizzato e antiquato. Quadri, pitture e piante che si alzavano e abbassavano limitando lo spazio sul palco per cantanti e attori, con il loro aspetto grigio e scuro creano un ambiente lugubre e triste che contrasta con la vivacità che caratterizza la trama dell’opera. Qualcosa da sottolineare nell’aspetto scenico è il modo in cui Martinoty sa mostrare la differenza di classe tra i personaggi e esplorare le situazioni comiche che consentono all’opera di restare sottile e acuta. Il cast internazionale è stato all’altezza dell’opera , come il basso Riccardo Fassi che ha dato vita al personaggio di Figaro, che è un artista di aspetto giovanile, disinvolto in scena e vocalmente soddisfacente. Allo stesso modo il basso Erwin Schrott ha creato una caratterizzazione ideale del Conte con la sua voce corposa e tecnica pura;  e il soprano Chen Reiss ha dilettato come Susanna per la sua giovialità e simpatia e per la nitidezza del suo colorito e comunicativo timbro. Il ruolo della Contessa è stato affidato al soprano Golda Schultz che ha avuto un buon disimpegno anche se in certi passaggi la sua voce si è ascoltata leggera e tenue, ciò che ha impedito di essere completamente credibile in scena. Il mezzosoprano Svetlina Stoyanova dal timbro brunito ha dato una adeguata realizzazione come effusivo e esaltato Cherubino. Il resto dei cantanti del cast hanno risolto i propri personaggi in modo corretto.La forza di questo teatro si incontra in buca, con una orchestra di omogeneità e musicalità ammirevole. Il direttore Sascha Goetzel non ha fatto altro che potenziare la bravura di questi strumentisti e ciò che si è ascoltato è assolutamente affascinante.  Un apporto molto buono è stato quello del coro diretto da Thomas Lang. 


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