Foto: Lorenzo Poli |
In questa interessante intervista il soprano Mariangela Sicilia Ci racconta della sua carriera, del suo repertorio e ci dà alcune riflessioni su come concepisce il canto e la situazione attuale.
Mariangela
come ti sei avvicinata al canto? Perché hai scelto di diventare una cantante
lirica?
La
musica è stata una passione innata. Un dono. Ho scoperto l’opera quando già
studiavo in conservatorio il pianoforte e me ne sono innamorata.
Sostanzialmente perchè mette d’accordo quelle che già allora erano le mie
grandi passioni: il canto e la recitazione.
Raccontaci in breve la storia della tua carriera professionale.
Ho
partecipato a molti concorsi di canto all’inizio, non arrivavo mai in finale ma
sono stata notata da diversi direttori artistici. Nel frattempo continuavo a
studiare e perfezionarmi in vari corsi specifici come l’accademia del Rossini
Opera Festival. I miei primi ruoli importanti sono stati : Musetta nella Bohème
all’Opera di Parigi e Adina nell’Elisir d’amore al teatro al teatro del
Principato di Monaco; poi vinsi Operalia 2014; da lì è iniziata la mia carriera
più importante che mi ha portato a calcare palcoscenici importanti nel mondo .
Chi o quali sono state alcune delle tue prime ispirazioni?
La
prima fu Anna Moffo, con la sua linea di canto ineccepibile; poi la Renata Scotto
per le sue interpretazioni da pelle d’oca e infine Daniela Dessi, con la sua
voce calda e vellutata.
Che cosa faresti ascoltare a chi non conosce ancora la tua voce?
Le
interpretazioni a cui sono particolarmente legata sono Teresa del Benvenuto Cellini,
Mimi dalla Bohème e Liu dalla Turandot.
C’è un compositore che ti sta particolarmente a cuore?
Amo
molti compositori per ragioni differenti : Mozart per la sua perfezione, Verdi
per la verità e la pulsione delle vene , Berlioz per la sua eccentricità , ma
il mio cuore batte forte per Puccini.
Camerino Pechino 2019 |
Mimì e Violetta sono due personaggi importanti nella tua carriera fino ad oggi.
Parlaci dei ruoli che hai in repertorio e di quelli che hai in programma di
affrontare.
Ho
iniziato come soprano lirico leggero ma negli ultimi tempi sto affrontando
sempre più ruoli da lirico puro. In questo Momento sto studiando Luisa Miller e
Otello, che saranno i miei prossimi debutti verdiani, ma non tralascio lo
studio dei ruoli mozartiani; tra le new entry ci sono Fiordiligi e Donna
Elvira.
Cosa pensi sia più importante per un cantante lirico? voce, recitazione,
musicalità?
Un
cantante lirico deve avere tutte queste doti insieme, altrimenti non si può
definirlo tale. Nell’opera ci è richiesto di avere voce innanzitutto, buona
tecnica, presenza scenica, recitazione e musicalità. Un artista a tutto tondo
insomma.
L’opera e il teatro di regia. Ami l’opera tradizionale o quella in
ambientazione moderna?
Amo
il buon lavoro. Un ruolo, un opera, è in sè uno studio antropologico non una
bellezza fine a se stessa. Raccontiamo di vite passate che assomigliano spesso
al presente o a parte della nostra vita. Non si può dare solo importanza al
suono. Il pubblico empatizza con i personaggi. Per questo è bello entrare in un
teatro e vedere la Traviata come la vide Verdi ad esempio, perchè veniamo
affascinati dal tempo passato, dai costumi d’epoca, e dalle scenografie ma è
anche prezioso poter vedere la Traviata con la stessa forza di comunicazione
che ha inteso dare il compositore; per questo non condanno le regie che tendono
alla sovrapposizione iconografica. Entrambe sono strade percorribili.
L’importante è che ci sia un pensiero chiaro e lineare.
Cosa vuol dire interpretare un ruolo per te?
Innanzitutto
è studiare la partitura e affrontare tecnicamente la parte: è essenziale
cogliere le minime sfumature dello spartito; poi io amo studiare il
personaggio, contestualizzarlo, capire il suo operato. E’ in questo momento che
la parte tecnica lascia spazio alla parte dell’interpretazione. Immedesimarsi
alle azioni del personaggio, avendolo precedentemente studiato e poi lasciarsi
andare come se fossi realmente tu. Tutte le volte chiedendoti “lei che
farebbe?”
In che modo affronta un artista l'atmosfera competitiva del mondo dell'opera?
Come può un artista competere con un altro artista?
Sinceramente
io non mi sento di competere con nessuno. Io do ciò che so fare ed ognuno di
noi è prezioso e speciale, ognuno ha un modo di leggere e interpretare lo
spartito. Ci sarà sempre qualcosa di meglio o di peggio; l’importante per me è
pensare alla mia strada e trarne il meglio dai miei colleghi bravi.
Qual è un prezioso pezzo di saggezza che uno dei tuoi insegnanti ti ha dato?
Beh
, si collega un po’ alla domanda precedente: “ ne vedrai stelle cadenti, ma
vedrai anche cadaveri scorrere nel fiume davanti ai tuoi piedi. Resta
concentrata sul tuo cammino e migliorati sempre per raggiungere il tuo
obiettivo.”
Elisir d'amore - Macerta (2018) - Alfredo Tabocchini |
Raccontaci delle cose simpatiche che ti sono capitate in teatro.
Una
volta in una prova generale di un concerto ho attaccato la strofa del pezzo che
dovevo cantare e sono finita involontariamente a cantare il ritornello di
un’altra canzone. Io e la pianista non riuscivamo più a continuare talmente
ridevamo; é stato molto difficile restare concentrate durante il concerto.
Com’è Mariangela nella vita di tutti i giorni?
Camaleontica
direi. Credo che molti dei miei conoscenti non sappiano chi sono e cosa faccia
nella vita. Sono cresciuta in un ambiente familiare molto semplice. Mi piace
rifugiarmi nella semplicità quando sono fuori dal palcoscenico.
Una riflessione sul mondo della lirica di oggi?
Questa
pandemia ci sta mettendo a dura prova ma io credo che dalle grandi crisi sono
nati nuovi equilibri, più forti e importanti. E credo che sarà cosi anche in
questo caso per il teatro e la lirica in particolare. Questa condizione sta
mettendo in luce gli aspetti negativi e positivi. Credo che c’è molto da
lavorare e che alla fine torneremo in scena con più energia e passione.
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