Foto: Opera de Lille
L’Opéra di Lille in coproduzione con l’Opéra di Dijon ha presentato Agrippina l’opera che Haendel scrisse per Venezia nel 1709, ad appena ventiquattro anni. Questo dramma per musica che si distingue principalmente per l’abbondanza e la varietà della sua brillante e raffinata musica combina con una efficenza drammatica l’epica con la tragedia e la commedia. Il successo di questa produzione parte dalla buca orchestrale, dalla mano della giovane direttrice d’orchestra Emmanuelle Haïm, che dal cembalo mostrava autorità e ampia conoscenza del repertorio che la appassiona e con mano sicura, energia contagiava i musicisti della sua orchestra Le Concert d'Astrée per estrarre il meglio da loro stessi, con un suono omogeneo e compatto, colore e soprattutta un’enorme carica di emotività. Ha brillato particolarmente il soprano Sonya Yoncheva che incarnava il personaggio di una Poppea tentatrice e seducente mostrando un’ammirevole uso pirotecnico della voce dal timbro brillante, leggero e cristallino. A sua volta il soprano Alexandra Coku attuava con eleganza e disinvoltura il ruolo dell’intrigante Agrippina, con voce profusa e penetrante, brillante negli acuti. Renata Pokupić cantava molto bene con timbro scuro da mezzosoprano il ruolo di Nerone ma la sua partecipazione scenica era un po’ anonima. Emotivo e commovente per doti canore e attoriali si mostrava il controtenore Tim Mead Il ruolo dell’ossessionato e nevrotico Claudio era assegnato al basso inglese Alastair Miles che esibiva solidità vocale e buona linea di canto. Scenicamente divertiti e vocalmente corretti sono stati anche il controtenore Pascal Bertin come Narciso e il baritono Riccardo Novaro come Pallante. Scenicamente il regista Jean-Yves Ruf ha situato la vicenda in epoca moderna, verso gli anni ’50 con abiti eleganti, pochi elementi scenici e alcune trovate ingegnose come quella di mettere un uomo-cane In scena che accompagnava sempre il personaggio principale. Sorprendeva la entusiasta reazione del pubblico, formato da molti giovani, che dimostrava il gusto e la validità che tiene l’opera barocca in Francia. RJ
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