Foto: Rocco Casaluci
Renzo Bellardone.
Nel 1770 Mozart soggiornò a Bologna, dove ospite del
Conte Gian Luca Pallavicini, conobbe addirittura Farinelli ed ebbe anche l’occasione
di prendere lezioni di contrappunto da Padre Martini. Venti anni dopo al
Burgtheater di Vienna, la prima di “Così fan tutte, ossia la scuola degli
amanti” ed ora con spirito omaggiante al grande compositore si è
ascoltata e vista la messa in scena dell’allestimento del Lirico di Cagliari
con coro e orchestra del Comunale di
Bologna. La lettura registica di
Daniele Abbado ormai ha una ventina d’anni, ma i molti inserimenti di azione
scenica in platea sia con i solisti che con il coro e gli allievi attori della
Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone ed alcune ‘pensate’, hanno
decisamente ravvivato e coinvolto il pubblico. La scena pressoché fissa è un
susseguirsi di boccascena con effetto profondità; Luigi Perego oltre alle scene
ha disegnato i costumi con classicità
pertinente all’idea di allestimento, ma con la
brillante intuizione di un semplice camicione da giardiniere per Despina
–dottore. Le luci disegnate da Coloretti e riprese da Daniele Naldi sono
risultate interessanti, salvo qualche
proiezione di non immediata efficacia. I cantanti sono stati tutti
bravi ed insieme hanno realizzato un cast di ottimo livello. Yolanda Ayuanet è una
deliziosa Fiordiligi dalla voce cristallina e poeticamente armoniosa che si muovei frizzantemente sul palco con la tranquillità della
protagonista. Anna Goryachova è il buon
mezzosoprano dalle tinte ambrate che
interpreta Dorabella, ammiccante e tentatrice; nei duetti le due interpreti
hanno reso con partecipata consapevolezza, offrendo un piacevole ascolto.
Simpatico l’aver essenzializzato le scene, lasciando alle interpreti il compito
di visualizzare e far visualizzare. Il mezzosoprano Giuseppina Bridelli, con
voce ferma e ben articolata ha reso con vivacità Despina strappando ben più di
una risata, interpretando un giardiniere con pompa per il verderame spruzzato nell’aria, piuttosto che il solito
dottore che estrae boccettine di sali ed essenze miracolose. Dmitry Korchak agilmente è Ferrando; con chiaro fraseggio ed
accenti di tenorile duttilità è stato simpaticamente innamorato prima, deluso
poi, riacciuffato al finale.. Il bass-bariton Simone Alberghini crea un Guglielmo
ammiccante, astuto ma prudente, con la ben nota voce scura, ma fresca, agile e
convincente. Il basso Nicola
Ulivieri per accattivarsi Despina le
passerà lo smalto sulle unghie dei piedi tanto che questa sta seduta sul
palchetto vicino alla barcaccia, mentre alla conclamata vittoria della
scommessa si mangerà una mela rossa a fondo palco, mentre osserva gli
accapigliamenti degli amanti. Dal punto di vista vocale non è una sorpresa
essere subito coinvolti dal timbro caldo e passionale; L’età del suo
personaggio – Don Alfonso-, certifica la
conoscenza del mondo e con ironia Ulivieri diventa irriverente e saggiamente
presuntuoso. Interessanti gli interventi
del coro diretto da Andrea Faidutti e degli attori che rappresentano giusta
integrazione ai canti d’insieme (fino a
sei voci) ed ai recitativi di qualità. L’orchestra del Comunale
è stata in simbiosi diretta dal giovane talentuoso e sensibile Michele Mariotti, attento spasmodicamente ai due punti di produzione musicale, gestendo
con raffinatezza ed ottime scelte l’orchestra con perseverante attenzione ai cantanti che lo
hanno seguito d’intesa. La Musica
vince sempre.
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