Foto: L. Di Nozzi / Stresa Festival
Renzo Bellardone
In tempo di Covid 19 il cuore si apre alla speranza, quando un Festival importante come lo Stresa Festival apre le sue porte ai pochi spettatori consentiti ed offre loro un concerto da brividi, tanto è bello, all’ inaugurazione di stagione. Un plauso alla direzione ed a tutto lo staff. Questa 59° edizione del festival porta il titolo di ‘La Gioia dell’incontro’ e mi piace evidenziare che per il pubblico è anche la gioia del reicontro con tutto e tutti quelli che rappresentano il Festival, negli anni divenuto una casa accogliente e sicura che affettuosamente accoglie tutti i suoi spettatori.
Beethoven – In do minore Giovedì 20 agosto, ore 20.00 Stresa, Palazzo dei Congressi
L. V. BEETHOVEN, Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 op. 37 F. SCHUBERT, Sinfonia n.3 D. 200 Beatrice Rana, pianoforte European Union Youth Orchestra Gianandrea Noseda, direttore
Serata di apertura Questo concerto rientra nell’area tematica Beethoven 2.0 Le luci si abbassano in sala e dopo l’entrata della meravigliosa orchestra Euyo, fa l’atteso ingresso il direttore artistico del Festival e direttore d’orchestra della serata il Maestro Gianandrea Noseda. Da19 anni alla guida artistica del Festival rappresenta la ricchezza dello stesso ed il suo amore per lo Stresa è ampiamente ricambiato dal pubblico che ormai lo attende con entusiasmo ed affetto. Simpaticamente esordisce sempre con un saluto ed in questo caso accenna a Beethoven che attraverso la musica ha sempre ricercato la verità e la bellezza, terminando con l’annuncio della solista Beatrice Rana che musicalmente definisce un dono del cielo. Beatrice Rana, che di L. V. BEETHOVEN interpreta il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 op. 37 è una giovane salentina, pianista di fama mondiale apprezzata dalla recensioni del New York Times, mentre la Bbc l’ha nominata New Generation Artist. Cavaliere della Repubblica, Beatrice Rana è una luminosa donna bruna, orgogliosa di sentirsi frutto della scuola italiana, eccellente e gratuita. Dopo essersi già esibita al Musikverein di Vienna, al Philharmonie di Berlino, alla Scala di Milano ed alla Carnegie Hall di New York, approda allo Stresa Festival per l’inaugurazione del cartellone 2020. Tocco rapido ed intenso che con leggerezza diviene fortemente comunicativo creando una sorte di dolcezza e suspense. Considerata la sua giovane età viene da pensare: ma per essere brava così, quanto studia???? E’ calamitante ed ipnotizzante e ad ascoltarla si capisce quanto intendeva il Maestro Noseda all’inizio. L’Orchestra Euyo ricostruita con ‘vecchie (ma giovanissime) glorie’, seppur ovviamente in forma ridotta, mi entusiasta sempre: il sorriso, la freschezza e l’impegno creano un risultato di tutta eccellenza che senza tema di contraddizione, emula veramente le più grandi orchestre sinfoniche. Esprimono tecnica apprezzabile, impegno e voglia di musica, emanando davvero la gioia dell’incontro con la musica, con il pubblico ed in questo caso con Noseda, già loro direttore nel 2015 a Stresa. Il maestro Gianandrea Noseda, con il consueto gesto molto ampio e descrittivo, interagisce con ‘i ragazzi’ in modo amorevole, come se li coccolasse uno ad uno e loro rispondono con la stessa consapevolezza gioiosa di essere li a suonare diretti da lui. Se con Beethoven molta dell’attenzione è stata rivolta alla solista, con Schubert l’attenzione è tutta rivolta a questa magnifica orchestra che, con Noseda, sa estrapolare sonorità stratosferiche, paesaggi, umori e sentimenti variopinti in una pagina poetica e suggestiva. La Musica vince sempre.
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