Friday, June 14, 2019

Juditha triumphans di Vivaldi - Opera Nazionale di Amsterdam


Foto:Gaëlle Arquez (Juditha) © Marco Borggreve

Ramón Jacques

Juditha triumphans devicta Holofernis barbarie l’oratorio sacro-militare eseguito per la prima volta a Venezia nel 1716 e intitolato così da Vivaldi, attualmente l’unica sua opera di questo genere il cui manoscritto è rimasto completo, ha avuto la sua première all’Opera Nazionale di Amsterdam. Mettere in scena un oratorio non è una impresa facile dato che la vicenda suole essere astratta, con allegorie e metafore che complicano lo stabilire il tempo e il luogo in cui si situa. Ma cose simili questo teatro ha già organizzato con buon esito in passato, come per Hercules, Gurre-Lieder, Jephta e Das Floss der Medusa. Dell’allestimento scenico si è occupato il giovane regista olandese Floris Visser,che ,ispirato dal carattere militare  del coro iniziale, ha plasmato la sua idea su un montaggio scenico interessante e attrattivo, situandolo in Italia durante la seconda guerra mondiale. La scenografia consisteva in una piattaforma girevole, dove si trovava la cupola distrutta e bombardata di una chiesa. L’intenzione di Visser era quella di mostrare gli orrori della guerra, il furto delle opere d’arte, e di quadri di pittori come Giorgione, Caravaggio, Gentileschi,  i quali per le loro opere presero ispirazione proprio dalla vicenda di Giuditta che sedusse e decapitò il generale assiro Oloferne, che qui rappresentava la figura di Rommel. Il lavoro scenico è stato realizzato con finezza curata e dettagliata, evitando la violenza e le esagerazioni, ed è stato non invasivo nei confronti della parte musicale, ma complementare ad essa. E’ stato un lusso contare su Andrea Marcon, considerato uno specialista in Vivaldi, il quale ha diretto la sua orchestra La Cetra Barockorchester di Basilea, gruppo musicale costituito da strumenti antichi, la cui sede è in Svizzera, la quale qui ha offerto una esecuzione superlativa facendo risaltare la varietà timbrica della partitura, la leggerezza e dinamica, grazie alla ricchezza e all’omogeneità degli strumenti, in particolar modo degli archi. Il coro dell’opera olandese, così fondamentale per questo lavoro, ha mostrato un buon livello. Il mezzosoprano francese Gaëlle Arquez si è distinta per il portamento scenico e l’eleganza vocale con cui ha interpretato il ruolo di Giuditta. Il suo canto, comunicativo e pieno di intenzioni espressive, ha commosso. Individuerei il suo “Quanto magis generosa” come uno dei momenti più memorabili che ricordo di avere ascoltato da molto tempo a questa parte.Teresa Iervolino, contralto scuro di voce consistente ha creato un autorevole Oloferne. Da parte sua il contralto Francesca Ascioti ha affascinato per le agilità e la elasticità pirotecnica con la quale ha usato la voce per dar vita al personaggio di Ozias, e il mezzosoprano russo Vasilisa Berzhanskaya è stata un convincete e provocante Vagaus, di coloratura precisa e timbrica luminosa. Corretti gli altri cantanti del cast.




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