Friday, June 14, 2019

Idomeneo di Mozart - Teatro alla Scala Milano


Foto: Brescia&Amisano - Teatro alla Scala

Massimo Viazzo

Torna alla Scala, dopo dieci anni, Idomeneo di Mozart. Il primo capolavoro operistico del genio salisburghese ha convinto pubblico e critica nel nuovo allestimento curato da Matthias Hartmann. Hartmann con l’aiuto dello scenografo Volker Hintermeier elabora una grande struttura girevole, di notevole impatto visivo, che invade praticamente tutto il palcoscenico ed è costituita da un imponente scheletro di vascello da una parte e da una enorme testa di Minotauro dall’altra, il mostro cretese che incombe su tutti gli eventi evocati del libretto. Un costante ed efficacissimo uso delle luci permette poi di mettere in evidenza elementi di questa enorme installazione a seconda dei momenti dell’opera riuscendo a creare un ambiente marino (anche per mezzo di riconoscibili elementi scenici sparsi per il palco) terribile e minaccioso. E a rinforzare questo senso di oppressione contribuivano anche i ballerini del Corpo di Ballo del Teatro che, più volte nel corso dell’opera, con i loro movimenti continui e repentini evocavano le onde del mare in tempesta, ma anche i naufraghi e i prigionieri troiani. Diego Fasolis ha diretto con grande attenzione alla risoluzione dei recitativi accompagnati, molto importanti in questo lavoro, accompagnando i cantanti senza mai soverchiarli e sottolineando con vigore ma anche levità i diversi stati d’animo, spesso sfaccettati, presenti nelle arie e negli ensemble. Il suo lavoro di concertazione ci ha restituito un Idomeneo drammatico, rutilante e vorticoso, ma a tratti anche molto intimo. Omogeneo e preparato il cast previsto per questa produzione. Bernard Richter ha impersonato un Idomeneo umano, fragile, forse meno regale ma sicuramente emozionante. Il tenore svizzero ha cantato con buona proiezione vocale e una discreta abilità nelle agilità (ha eseguito l’ardua versione lunga di “Fuor del mar”) e ha convinto, come dicevo prima, per la sua umanità. Superba, elettrizzante, sontuosa vocalmente l’Elettra di Federica Lombardi, la vera trionfatrice della serata. La Lombardi, fresca vincitrice del premio “Abbiati”, il premio della critica italiana, sta rapidamente ascendendo ai vertici di una carriera che si preannuncia per lei luminosa. La sua Elettra sarà ricordata per prestanza vocale, impeto, grande solidità e per una coloratura impeccabile. Limpida e pura la voce di Julia Kleiter che ha tratteggiato una Ilia credibile, innamorata e salda nelle intenzioni. Mentre il giovane Idamante è stato interpretato da Michėle Losier con voce di bella timbrica ombreggiata, accento volitivo e sempre comunicativa. Sicuro ed efficace Giorgio Misseri che ha cantato entrambe le difficili arie di Arbace, mentre Kresimir Spicer è parso forzato e poco rifinito nei panni del Grande Sacerdote di Nettuno. Tutti apprezzabili le parti di fianco e magnifica la prova del Coro del Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni.




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