Thursday, July 2, 2020

Intervista al soprano Mariangela Sicilia

Foto: Lorenzo Poli
Ramón Jacques 

In questa interessante intervista il soprano Mariangela Sicilia Ci racconta della sua carriera, del suo repertorio e ci dà alcune riflessioni su come concepisce il canto e la situazione attuale.

Mariangela come ti sei avvicinata al canto? Perché hai scelto di diventare una cantante lirica?

La musica è stata una passione innata. Un dono. Ho scoperto l’opera quando già studiavo in conservatorio il pianoforte e me ne sono innamorata. Sostanzialmente perchè mette d’accordo quelle che già allora erano le mie grandi passioni: il canto e la recitazione.

Raccontaci in breve la storia della tua carriera professionale.

Ho partecipato a molti concorsi di canto all’inizio, non arrivavo mai in finale ma sono stata notata da diversi direttori artistici. Nel frattempo continuavo a studiare e perfezionarmi in vari corsi specifici come l’accademia del Rossini Opera Festival. I miei primi ruoli importanti sono stati : Musetta nella Bohème all’Opera di Parigi e Adina nell’Elisir d’amore al teatro al teatro del Principato di Monaco; poi vinsi Operalia 2014; da lì è iniziata la mia carriera più importante che mi ha portato a calcare palcoscenici importanti nel mondo .

Chi o quali sono state alcune delle tue prime ispirazioni?

La prima fu Anna Moffo, con la sua linea di canto ineccepibile; poi la Renata Scotto per le sue interpretazioni da pelle d’oca e infine Daniela Dessi, con la sua voce calda e vellutata.

Che cosa faresti ascoltare a chi non conosce ancora la tua voce?

Le interpretazioni a cui sono particolarmente legata sono Teresa del Benvenuto Cellini, Mimi dalla Bohème e Liu dalla Turandot.

C’è un compositore che ti sta particolarmente a cuore?

Amo molti compositori per ragioni differenti : Mozart per la sua perfezione, Verdi per la verità e la pulsione delle vene , Berlioz per la sua eccentricità , ma il mio cuore batte forte per Puccini.

Camerino Pechino 2019
Mimì e Violetta sono due personaggi importanti nella tua carriera fino ad oggi. Parlaci dei ruoli che hai in repertorio e di quelli che hai in programma di affrontare.

Ho iniziato come soprano lirico leggero ma negli ultimi tempi sto affrontando sempre più ruoli da lirico puro. In questo Momento sto studiando Luisa Miller e Otello, che saranno i miei prossimi debutti verdiani, ma non tralascio lo studio dei ruoli mozartiani; tra le new entry ci sono Fiordiligi e Donna Elvira.

Cosa pensi sia più importante per un cantante lirico? voce, recitazione, musicalità?

Un cantante lirico deve avere tutte queste doti insieme, altrimenti non si può definirlo tale. Nell’opera ci è richiesto di avere voce innanzitutto, buona tecnica, presenza scenica, recitazione e musicalità. Un artista a tutto tondo insomma.

L’opera e il teatro di regia. Ami l’opera tradizionale o quella in ambientazione moderna?

Amo il buon lavoro. Un ruolo, un opera, è in sè uno studio antropologico non una bellezza fine a se stessa. Raccontiamo di vite passate che assomigliano spesso al presente o a parte della nostra vita. Non si può dare solo importanza al suono. Il pubblico empatizza con i personaggi. Per questo è bello entrare in un teatro e vedere la Traviata come la vide Verdi ad esempio, perchè veniamo affascinati dal tempo passato, dai costumi d’epoca, e dalle scenografie ma è anche prezioso poter vedere la Traviata con la stessa forza di comunicazione che ha inteso dare il compositore; per questo non condanno le regie che tendono alla sovrapposizione iconografica. Entrambe sono strade percorribili. L’importante è che ci sia un pensiero chiaro e lineare.

Cosa vuol dire interpretare un ruolo per te?

Innanzitutto è studiare la partitura e affrontare tecnicamente la parte: è essenziale cogliere le minime sfumature dello spartito; poi io amo studiare il personaggio, contestualizzarlo, capire il suo operato. E’ in questo momento che la parte tecnica lascia spazio alla parte dell’interpretazione. Immedesimarsi alle azioni del personaggio, avendolo precedentemente studiato e poi lasciarsi andare come se fossi realmente tu. Tutte le volte chiedendoti “lei che farebbe?”

In che modo affronta un artista l'atmosfera competitiva del mondo dell'opera? Come può un artista competere con un altro artista?

Sinceramente io non mi sento di competere con nessuno. Io do ciò che so fare ed ognuno di noi è prezioso e speciale, ognuno ha un modo di leggere e interpretare lo spartito. Ci sarà sempre qualcosa di meglio o di peggio; l’importante per me è pensare alla mia strada e trarne il meglio dai miei colleghi bravi.

Qual è un prezioso pezzo di saggezza che uno dei tuoi insegnanti ti ha dato?

Beh , si collega un po’ alla domanda precedente: “ ne vedrai stelle cadenti, ma vedrai anche cadaveri scorrere nel fiume davanti ai tuoi piedi. Resta concentrata sul tuo cammino e migliorati sempre per raggiungere il tuo obiettivo.”

Elisir d'amore - Macerta (2018) - Alfredo Tabocchini
Raccontaci delle cose simpatiche che ti sono capitate in teatro.

Una volta in una prova generale di un concerto ho attaccato la strofa del pezzo che dovevo cantare e sono finita involontariamente a cantare il ritornello di un’altra canzone. Io e la pianista non riuscivamo più a continuare talmente ridevamo; é stato molto difficile restare concentrate durante il concerto.

Com’è Mariangela nella vita di tutti i giorni?

Camaleontica direi. Credo che molti dei miei conoscenti non sappiano chi sono e cosa faccia nella vita. Sono cresciuta in un ambiente familiare molto semplice. Mi piace rifugiarmi nella semplicità quando sono fuori dal palcoscenico.

Una riflessione sul mondo della lirica di oggi? 

Questa pandemia ci sta mettendo a dura prova ma io credo che dalle grandi crisi sono nati nuovi equilibri, più forti e importanti. E credo che sarà cosi anche in questo caso per il teatro e la lirica in particolare. Questa condizione sta mettendo in luce gli aspetti negativi e positivi. Credo che c’è molto da lavorare e che alla fine torneremo in scena con più energia e passione.

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