Foto: Ramella&Giannese - Fondazione Teatro Regio di Torino
Renzo Bellardone
Dall’Inquisitore di ‘Leggenda’ di Solbiati all’Esorcista di ‘Angelo di Fuoco’ di Prokof’ev si snoda il percorso della stagione 2011-2012 del Teatro Regio di Torino
Con l’Angelo di fuoco, al Teatro Regio di Torino il misticismo e l’esoterico tornano a confondersi e ad intrecciarsi con le tinte cupe dell’evanescente e misterioso mondo sconosciuto, percepito e vissuto solo dalla posseduta del demonio. Con la proposta del Mariinskij le alte vette della scrittura operistica contemporanea vengono superate dal ‘prendere e lasciare’, ‘rincorrere ed abbandonare’ di Prokof’ev grazie anche alla direzione consapevole e ricca di preziose sottolineature del Maestro Valerij Gergiev. Tutti i consolidati interpreti offrono una prestazione vocale e di palcoscenico di altissimo livello. Nei ruoli principali: Renata –l’applauditissima Ol’ga Sergeeva che pare veramente in preda alle allucinazioni e sa rendere con duttile vocalità le impervie melodie; Ruprecht è affidato a Nicolaj Putilin, baritono di meritata fama. Leonid Zachožaev è l’ottimo tenore che da voce ad Agrippa, mentre Mefistofele è affidato a Eugenij Akimov che insieme a Aleksandr Morozov nel ruolo di Faust rende efficacemente la scena dell’osteria. L’indovina e Madre superiora sono affidate al convincente mezzosoprano Ol’ga Savova, mentre Aleksej Tanovickij fa sentire i brividi della condanna nel ruolo dell’Inquisitore. Oltre ad apprezzare l’ottima resa dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio (rispettivamente diretti da Gergiev e da Claudio Fenoglio) quello che confonde le menti e scatena emozioni acute è sicuramente la messa in scena. L’iniziale sobrietà teutonica con le casette a punta della Colonia cinquecentesca è l’appropriata ambientazione dell’incontro tra Ruprecht e Renata e la dichiarazione di questa delle visioni dell’Angelo…..; la staticità scenica è interrotta solo dalle mirabolanti acrobazie dei demoni minori interpretati dagli applauditissimi mimi acrobati seminudi con il corpo dipinto di bianco, non senza provocazione -regia delle acrobazie Andreij Bugaev. La sobria scenografia di David Roger, man mano che si procede nella narrazione abbandona il campo ad un incalzante e quasi isterico crescendo di azione fino a culminare nell’orgiastica scena finale tra demoni minori e suore spogliate violentemente dagli abiti religiosi che nude si offrono simbolicamente ai poteri più tumultuosamente occulti, ancorchè realmente all’attonito spettatore. Al finale con fumi e luci metalliche e taglienti viene evocato simbolicamente l’Angelo, con un ultimo sapiente colpo di regia di David Freeman. Proposta coraggiosa che perfettamente si incastona nel trend di scelte del Regio che non abbandonandosi esclusivamente a proposte di repertorio, persegue nel tempo la filosofia di calendizzare anche l’inconsueto ed il nuovo, senza esimersi dall’intelligente provocazione culturale. La Musica vince sempre.
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