Thursday, May 1, 2014

Les Troyens - Teatro alla Scala, Milano

Foto: Marco Brescia & Rudy Amisano

Massimo Viazzo

Les Troyens approda alla Scala in un allestimento coprodotto con il Covent Garden di Londra, la Wiener Staatsoper e la San Francisco Opera firmato da David McVicar, un allestimento che ha accontentato soprattutto quella parte del pubblico (la parte maggiore) che desidera letture registiche chiare, lineari, immediate, senza attualizzazioni, provocazioni, né sorprese drammaturgiche. Quindi in scena – una scena convessa, buia e ferrigna rappresentava la città di Troia nella prima parte dello spettacolo, mentre Cartagine era una città in miniatura al centro del palcoscenico circondata da spalti concavi illuminati da una luce che riprendeva i colori tipici del deserto africano – c’era tutto quello che ci si aspettava, compreso un grandioso cavallo di Troia, sorta di gigantesco automa metallico costituito da bulloni e ingranaggi che incombeva nella parte finale de La prise de TroieFantastica la concertazione di Antonio Pappano che è riuscito a dare una straordinaria unità drammatica ad una partitura complessa e gigantesca. L’Orchestra del Teatro alla Scala ha suonato compatta e omogenea con una ricerca costante del fraseggio migliore e senza alcun cedimento tecnico. Il Coro, vero protagonista, è stato sensazionale, perfetto nell’intonazione e attentissimo ai passaggi più rapidi, sempre ben in sincrono. Notevole anche il trio dei protagonisti con un Gregory Kunde che ha saputo interpretare un Enea spavaldo e fiero donandogli una voce robusta, scintillante negli acuti e sempre vigorosa. Anna Caterina Antonacci ha dato voce e corpo ad una Cassandra memorabile per profondità espressiva con una voce timbricamente affascinante e salda in ogni registro. E anche Daniela Barcellona è piaciuta per la cura dell’emissione e per una vocalità sicura che è parsa appropriata ad esprimere le esaltazioni e gli abbattimenti amorosi della regina cartaginese. Del resto del cast apprezzabili anche il Narbal di Giacomo Prestia, l’Ascanio di Paola Giardina, Alexandre Duhamel nei panni di Panteo e Paolo Fanale che ha cantato con eleganza e bravura la bellissima Canzone del marinaio Hyla del quinto atto. Ovazioni per tutti alla fine!

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