Foto: Corey Weaver / San Francisco Opera
Ramón
Jacques
Si sono
abbassate le luci in teatro e nell’oscurità si è ascoltato una registrazion del
tango “Caminito” con la voce di
Carlos Gardel; e ad apertura di sipario, con l’inizio del preludio della Cavalleria Rusticana, ci siamo trovati
di fronte ad una brillante e luminosa scena situata nel “caminito” appunto, la
tradizionale e pittoresca via ubicata nel quartiere di Boca di Buenos Aires in
Argentina. La creazione del tenore José Cura,
qui convertito a regista e scenografo, è stata inaugurata nel 2012 all’Opera di
Liegi e riproposta recentemente al Teatro Colón de Buenos Aires. Una idea
originale che si è adattata bene a la trama di entrambe le opere, e che trovava
una continuità dato che i Pagliacci cominciavano con il corteo funebre di
Turiddu che passava nella medesima via, con alcuni personaggi come Lola e Mamma
Lucia che continuavano ad apparire sulla scena Cura ha saputo catturare il
dramma e la tragedia, e l’ha adattato all’ambiente bonaerense del quartiere,
con attuazioni convincenti degli artisti in scena e nessun momento esagerato.
Un grande successo è stato il solido cast di voci e artisti capeggiato dal tenore
Roberto Aronica, un appassionato Turiddo di voce corposa, calda ed espressiva;
e per l’ardente e travolgente Santuzza del mezzosoprano Ekaterina Semenchuk. Primario è stato il contributo di Laura Krumm come Lola e di Jill Grove come Mamma Lucia. Come
Alfio, al suo debutto locale, il baritono Dimitri
Plantanias, ha avuto un discreto disimpegno soprattutto per alcuni problemi
di emissione; che poi ha superato abbastanza come Tonio nei Pagliacci,
personaggio per il quale possiede un adeguato physique
du rôle. Il
ruolo di Canio risaltava per la solida interpretazione del tenore Marco Berti e la delicatezza attoriale
e lo splendore vocale di Lianna
Haroutounian come Nedda. Corretti sono stati gli interpreti dei personaggi
minori e il coro molto partecipe, ha mostrato un alto livello in questo
repertorio a cui si adatta con naturalezza. Di fronte all’orchestra, Daniele
Callegari, ha mostrato lavoro, conoscenza del repertorio e notevole sicurezza
con la quale ha mantenuto il controllo di tutte le forze musicali e vocali
dello spettacolo.
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