Monday, October 8, 2018

Rigoletto - Teatro Coccia di Novara


Foto: Mario Finotti

Renzo Bellardone

Rigoletto, se si vuole, è il trionfo dell’amore contro tutti e contro tutto, addirittura contro l’evidenza del tradimento, e la certezza della mal riposta fiducia: Gilda ama Il Duca di Mantova senza essere sinceramente ricambiata, ma semplicemente confusa tra i tanti oggetti del desiderio da soddisfare tra un bicchiere di vino ed un amore prezzolato, eppure lei per amore sacrificherà la propria vita per salvare quella dell’iniquo duca. La scenografia di Leila Fteita è interessante: una enorme cornice che racchiude scene cinquecentesche e che ben si addice alla regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, che pur nella tradizione non cade nel banale e fa della semplicità una ricchezza. Una nota particolare la riserverei alla pioggia che fragorosamente cade sul palco mentre i suoni della  tempesta in cielo  giungono dall’alto della galleria dove sono stati posizionati alcuni strumenti all’uopo preposti e che creano un effetto di verità scenica.  Ben disegnate le luci di Emiliano Pascucci e ben concepiti, senza ridondanza i costumi di Nicoletta CeccoliniIl coro dei Conservatori “Cantelli” di Novara e “Vivaldi” di Alessandria, sono ben affiatati e di livello. Su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse , Giuseppe Verdi compose quest’opera con un susseguirsi di arie divenute celeberrime e la Prima fu nel 1851 al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Nell’esecuzione dell’orchestra del Conservatorio Cantelli di Novara sotto all’attenta bacchetta di  Matteo Beltrami resta l’impeto verdiano senza cadere nel tranello dei ripetitivi ‘zumpapa’ ed anzi ha sovente attimi sinfonici di estesa bellezza guidati da un felice gesto ampio. Stefan Pop è il Duca di Mantova che raggiunge acuti con estensione e bel timbro Parmi veder le lagrime… e ben interpreta il ruolo dello spregiudicato libertino, Questa o quella per me pari sono. Gradita quanto inaspettata scoperta Aleksandra Kubas-Kruk nel ruolo di Gilda: buona interpretazione attoriale facilitata da una bellezza che pare  disegnata sul personaggio, ma soprattutto apprezzata per le agilità, gli acuti ed i velluti rilucenti su cui fa scorrere il suo canto poetico ed appassionato Caro Nome….e Tutte le feste al tempi. Nel ruolo del titolo ed in debutto dello stesso, Roberto de Candia, che ben ha compenetrato il personaggio  giungendo a commuovere in diversi momenti esaltando la disperazione del padre che sta perdendo la figlia: Cortigiani vil razza dannata…e Vendetta tremenda vendetta.. Privilegia l’emozione a cui affida il canto dando credibilità al personaggio. Andrea Comelli è buon sparafucile così come è interessante Sofia Janelidze nel ruolo di Maddalena;  Uno dei momenti più pregnanti in Rigoletto  è per me Bella figlia dell’amore, (capolavoro compositivo verdiano) dove cantano Duca e  Maddalena (in questa regia posti più in alto) e Rigoletto e Gilda in basso ad osservare e tristemente verificare il tradimento. Valido tutto il cast: Serena Muscariello in Giovanna e Contessa, Fulvio Fonzi interessante Conte di Monterone, Stefano Marchisio brillante Marullo, Ariol Xhaferi in Conte di Ceprano e Didier Pieri in Borsa, oltre a Valentina Garavaglia ne il paggio.

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