Foto: Mario Finotti
Renzo Bellardone
Rigoletto, se si vuole, è il
trionfo dell’amore contro tutti e contro tutto, addirittura contro l’evidenza
del tradimento, e la certezza della mal riposta fiducia: Gilda ama Il Duca di
Mantova senza essere sinceramente ricambiata, ma semplicemente confusa tra i
tanti oggetti del desiderio da soddisfare tra un bicchiere di vino ed un amore
prezzolato, eppure lei per amore sacrificherà la propria vita per salvare
quella dell’iniquo duca. La scenografia di Leila Fteita è interessante: una enorme
cornice che racchiude scene cinquecentesche e che ben si addice alla regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, che pur nella tradizione non cade nel banale e fa
della semplicità una ricchezza. Una nota particolare la riserverei alla pioggia
che fragorosamente cade sul palco mentre i suoni della tempesta
in cielo giungono dall’alto della
galleria dove sono stati posizionati alcuni strumenti all’uopo preposti e che
creano un effetto di verità scenica. Ben
disegnate le luci di Emiliano Pascucci
e ben concepiti, senza ridondanza i costumi di Nicoletta Ceccolini. Il coro dei Conservatori “Cantelli” di Novara e “Vivaldi” di Alessandria, sono ben affiatati e di livello. Su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma di Victor
Hugo Le
Roi s'amuse , Giuseppe Verdi compose quest’opera con un susseguirsi di arie
divenute celeberrime e la Prima fu nel 1851 al Gran Teatro La Fenice di Venezia.
Nell’esecuzione dell’orchestra del
Conservatorio Cantelli di Novara sotto all’attenta bacchetta di Matteo
Beltrami resta l’impeto verdiano senza cadere nel tranello dei ripetitivi
‘zumpapa’ ed anzi ha sovente attimi sinfonici di estesa bellezza guidati da un
felice gesto ampio. Stefan Pop è il Duca di Mantova che
raggiunge acuti con estensione e bel timbro Parmi
veder le lagrime… e ben interpreta il ruolo dello spregiudicato libertino, Questa
o quella per me pari sono. Gradita quanto inaspettata
scoperta Aleksandra Kubas-Kruk nel
ruolo di Gilda: buona interpretazione attoriale facilitata da una bellezza che
pare disegnata sul personaggio, ma
soprattutto apprezzata per le agilità, gli acuti ed i velluti rilucenti su cui
fa scorrere il suo canto poetico ed appassionato Caro
Nome….e Tutte
le feste al tempi. Nel ruolo del titolo ed in
debutto dello stesso, Roberto de Candia,
che ben ha compenetrato il personaggio
giungendo a commuovere in diversi momenti esaltando la disperazione del
padre che sta perdendo la figlia: Cortigiani
vil razza dannata…e Vendetta tremenda vendetta.. Privilegia l’emozione a cui
affida il canto dando credibilità al personaggio. Andrea Comelli è buon sparafucile così come è
interessante Sofia Janelidze nel
ruolo di Maddalena; Uno dei momenti più
pregnanti in Rigoletto è per me Bella
figlia dell’amore, (capolavoro compositivo verdiano) dove cantano Duca e Maddalena (in questa regia posti più in alto)
e Rigoletto e Gilda in basso ad osservare e tristemente verificare il
tradimento. Valido tutto il cast: Serena Muscariello in Giovanna e
Contessa, Fulvio Fonzi interessante
Conte di Monterone, Stefano Marchisio
brillante Marullo, Ariol Xhaferi in
Conte di Ceprano e Didier Pieri in
Borsa, oltre a Valentina Garavaglia
ne il paggio.
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