Foto: Teatro Coccia, Novara
Renzo Bellardone
Al Teatro Coccia di Novara la ricerca è
di casa: “Uno spettacolo composito che, nella prima parte, prevede l’esecuzione
di due brevi melologhi e, nella seconda, la messa in scena della farsa
rossiniana “La cambiale di matrimonio”. I due melologhi, per voce recitante e orchestra, sono stati composti dai
vincitori di un concorso promosso dal Conservatorio stesso. I testi, scelti
dalla commissione, riguardano momenti della vita di Rossini e sono tratti per
lo più dall’epistolario.”
La Cambiale di
Matrimonio è purtroppo
un’opera non così frequentemente rappresentata,
ma che trovo particolarmente fresca ed allegra forse proprio in virtù
della giovane età, 18 anni, di Gioacchino Rossini, al momento della sua prima
scrittura operistica. La vicenda è al solito briosa con qualche paradosso, ma
nell’insieme sia la musica che la narrazione scorrono piacevolmente. Questa
edizione prevede la regia di Laura Cosso che ha pensato all’ambientazone
in una ditta di spedizioni realizzata con scena fissa e movimenti in su ed in
giù di pannelli/orte a rappresentare
vari luoghi del mondo oltre a proiezione di scorcio di cielo visto attraverso due ante. La regia è accessibile, divertente e ben strutturata con
le scene realizzate dall’Accademia di Belle Arti di Brera, attraverso
l’opera di Giulia Capra, Sole Fantini e
Marilena Montini anche ideatrici dei costumi che per contro non ho
trovato tutti così pertinenti seppur
volti a modernizzare e rallegrare la scena.
Ben inseriti, contestualizzati ed apprezzati i movimenti coreografici di Emanuela
Tagliavia realizzati con giovani
promettenti e ben inseriti. L’Orchestra Conservatorio Verdi di Milano ha
ben risposto sotto la direzione di Margherita Colombo che con prudente
bacchetta ha saputo mantenere una linea
orchestrale vivace ed equilibrata, consona all’opera. In omaggio a Rossini in occasione del 150° anniversario della morte, la
direzione del Coccia ha pensato di far precedere l’opera dall’interpretazione di due melologhi selezionati tramite un concorso del
Conservatorio su musiche create da studenti delle classi di composizione: “Metodo per addormentarsi”, con musica da Elia Praderio che forse a causa di non sufficiente amplificazione
o forse per scelta, non si sono intese tutte le parole recitate su musica un
po’ azzardata. Segue “Petit dîner de plaisir” composta da Federico
Perotti con rimandi rossiniani
chiari e testo decisamente brillante che grazie alla voce ed alla
interpretazione di livello dell’attore Ludovico
d’Agostino è risultata più gradevole e divertente, ovvero più in linea con
l’opera che segue. Gli artisti
tutti si sono veramente impegnati nel cercare di dare il meglio acquisito. Sir
Tobia Mill viene interpretato dal baritono buffo Davide Rocca che
movimenta la scena con guizzi divertiti; la giovane Lucrezia Drei
interpreta il ruolo di Fanni con agilità e colore senza trascurare il fraseggio
che appare chiaro. Edoardo Milfort incontra l’interpretazione del giapponese Shinichiro
Kawasaki che pur senza grande estensione offre una prestazione
belcantistica di tutta piacevolezza. Raffaele
Facciolà si evidenza per la caratterizzazione del personaggio Slook e per la carica interpretativa. Filippo Quarti nel ruolo di Norton convince sia per il canto
timbricamente interessante che per
l’interpretazone attoriale; Cristiana Faricelli è squillante e briosa
nel ruolo di Clarina che tratteggia con ironica cura ed allegria. Ancora una
volta: Evviva l’opera ! La Musica
vince sempre.
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