Fotografie di Giovanna Marino
Renzo Bellardone
Non so perché, o forse si, ma alla prima battuta di ‘American Idiot’
nella sua PRIMA italiana al Teatro Coccia di Novara, la mia mente è andata a ‘1984’ di George Orwell ed esattamente alla rappresentazione
dell’opera di Lorin Maazel vista alla Scala nel
2008. Orwell iniziò a scrivere il
romanzo nel 1948 ed ipotizzò una società
governata da eccessi di poteri; quanta ragione e preveggenza ebbe! Oggi
sappiamo che sono i media a farla da padrone ed attraverso gli schermi rendere la popolazione succube e schiava dei
poteri forti. Abbruttiti dall’inutile e dall’imperversare di notizie tragiche,
gli uomini dimenticano la bellezza, vittime
del brutto e prevaricati dal
totalitarismo, dalla violenza, dalla guerra ,dalla schiavitù, dall’ignoranza ed
ora oso aggiungere dalla disperazione!
AMERICAN IDIOT –
Teatro Coccia – Novara, 22 gennaio 2017 Il nuovo musical di STM, coprodotto con la Fondazione Teatro Coccia Onlus e
Reverse Agency. Regia di
Marco Iacomelli Musiche dei Green Day. Liriche di Billie Joe Armstrong – Libretto di Billie Joe
Armstrong e Michael Mayer Coreografie Michael Cothren Peña Cast: Johnny, Ivan Iannacci Tunny, Renato
Crudo Will, Luca Gaudiano St.Jimmy, Mario Ortiz Whatsername, Natascia Fonzetti. Extraordinary
Girl, Giulia Dascoli. Coproduzione STM – Scuola del Teatro Musicale, Fondazione
Teatro Coccia Onlus e Reverse Agency
Estrapolando dal programma di sala si evincono i perché di un
simile spettacolo: “Green Day’s
Amenrican Idiot” è un ritratto del disagio giovanile …ambientato nella
periferia suburbana di una grande città. Le tematiche affrontate ….hanno radici
nella biografia dei Green Day, nella
contestazione della società americana dopo l’11 settembre e del governo Bush,
ieri e della minaccia Trump oggi” Già da questa
praefatio si intuisce che non si tratta di un palcoscenico inondato da mielosità, ma proposta di temi forti che
coinvolgono la storia, il presente ed il futuro dell’umanità. La scelta della
messa in scena è sicuramente eccezionalmente futurista con proiezioni super e
di grossa novità; parimenti le luci fortissime vengono anche improvvisamente
sparate su un pubblico coinvolto da musiche a forte volume. I giovanissimi
interpreti sono sicuramente già dei professionisti: senza alacre studio e dedizione
non avrebbero potuto raggiungere il livello di coordinamento che invece hanno
presentato in uno spettacolo di 90 minuti senza pause, soste od anche un
secondo di vuoto! Le voci giovani esprimono la rabbia, il disinteresse,
l’impegno che solo nella fase post adolescenziale si possono vivere. Quello che colpisce
lo spettatore è l’insieme della musica, dei colori, delle proiezioni in
movimento, dei due interpreti sollevati in aria a volteggiare e cantare;
colpisce l’assenza di fumo o contemporanei abituali espedienti teatrali che in
futuro saranno soppiantati, come in questo caso, da forti effetti visivi in un mix di colori
proiettati e sparati dai led; schermi televisivi che proiettano la caduta delle
Torri Gemelle a New York su un canale televisivo, mentre sull’altro passano le
previsioni meteo, piuttosto che la pubblicità dell’ultimo hamburger alla
moda. Lo spettacolo porta
in scena le musiche dei Green Day con testi senza censure ed inondate dagli
effetti speciali con luci stroboscopiche; gli interpreti sono agili ballerini,
buoni cantanti e show men e show women, sicuramente giovani belve da. La musica
vince sempre
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