Tuesday, October 16, 2018

Ernani di Giuseppe Verdi - Teatro alla Scala, Milano


Foto: Brescia&Amisano - Teatro alla Scala

Massimo Viazzo

Il nuovo allestimento di Ernani di Giuseppe Verdi andato in scena nel mese di ottobre al Teatro alla Scala ha convinto solo in parte. Il primo a finire sul banco degli imputati è stato il regista. Sven-Eric Bechtolf ha impostato uno spettacolo molto tradizionale, con semplici scene che calavano dall’alto e un sipario che chiudeva spesso il palcoscenico con i cantanti che cantavano in proscenio. Tutto questo in un’ottica di “teatro nel teatro”. Mi spiego meglio: il regista tedesco ha pensato non di rappresentare Ernani, ma di rappresentarne (scusate il gioco di parole) un sua possibile rappresentazione. Bechtolf, come d’altronde anche noi, ritiene la trama di questo opera verdiana abbastanza inverosimile, soprattutto al giorno d’oggi, e quindi l’idea di utilizzare l’escamotage del teatro nel teatro, con anche una vera ironica, poteva anche essere interessante. Ma visto sul palcoscenico questo spettacolo non funziona, rimanendo solo la povertà della messinscena tradizionale, con molte banalità di movimenti e nell’interazione tra i personaggi, sicuramente volute dal regista ma non così facili da rendere intellegibili secondo l’idea originaria che sta alla base di questo spettacolo. Anche il direttore d’orchestra, Adam Fischer non ha  convinto. Pur apprezzandone la professionalità, Fischer non ha saputo cogliere sfumature, imprimere passo teatrale, e dinamismo. Una direzione di routine, nulla di più. Meglio le cose a livello di cast vocale: Francesco Meli ha impersonato con grande finezza il ruolo del protagonista Ernani, levigando le frasi e prediligendo sempre nuances e fraseggio variegato, pur non mancando di baldanza. Luca Salsi interpretava il personaggio di Don Carlo. Il suo canto sempre molto generoso e comunicativo è parso però un po’ carente di quella nobiltà che spesso viene associata a questo ruolo verdiano. Nobiltà invece che metteva in una nuova luce il personaggio di Silva, affidato alla voce preziosa  e raffinata di Ildar Adbrazakov: un Silva molto ben cantato e rifinito. Aylín Pérez (Elvira) ha cantato con buona dizione, e soprattutto nel registro centrale ha saputo mostrare una timbrica calda e suadente. Superlativa, infine, la prova del Coro guidato da Bruno Casoni.


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