Trieste Teatro Verdi LA BATTAGLIA DI LEGNANO di Giuseppe Verdi Coprodotta col Teatro dell’Opera di Roma e il Liceu di Barcellona. (29 febbraio e 2 marzo 2012, primo cast) !!! Viva Italia tra follia e risorgimento !!!
Giosetta Guerra
Follia di libertà agitava il popolo dell’800, follia pura spinge gli uomini di potere (novelli Barbarossa) a distruggere le ricchezze culturali del proprio paese. Questo vuol significare il regista Ruggero Cappuccio ambientando La Battaglia di Legnano, opera risorgimentale di Verdi, in un deposito di oggetti d’arte abbandonati. Unica speranza sono i restauratori in atto di ritoccare i bellissimi quadri (scenografo e costumista Carlo Savi, luci di Nino Napoletano). Ma chi sarà il restauratore del nostro patrimonio culturale? Purtroppo la preoccupazione di rendere credibile questa metafora distoglie il regista dallo spirito risorgimentale dell’opera, ne risulta una regia statica e lontana dalla tinta della partitura. Sul piano vocale Dimitra Theodossiou, al debutto del ruolo, delinea una Lida dolente e rassegnata, con linea di canto purissima e melodiosa, intrisa di sensibili pianissimi e filati penetranti nelle pagine di dolcezza e di lirismo (sublime nella preghiera, di grande impatto drammatico, cantata sul fil di voce anche nelle note acutissime), ma disegna anche una Lida appassionata e ardente con voce sicura e ricca di armonici sempre librata sul fiato, suoni densi e rotondi nei centri e nei gravi, acuti fulminanti e agilità di forza nelle pagine virtuosistiche. Una vera eroina del melodramma italiano. Andrew Richards, portamento fiero e piglio sicuro, debutta con empito trascinante il ruolo ardito e spinto di Arrigo, la voce robusta e di bella pasta, radiosa nello squillo, sale agli acuti estremi nelle esplosioni di sdegno e di ardore e si ammorbidisce nei fascinosi abbandoni melodici; il tenore scandisce la parola scenica con accento eroico e vigoroso e dizione chiara; elegiaco e toccante nella scena finale della morte. Leonardo Lopez Linares (Rolando, marito di Lida e amico di Arrigo) ha un bel modo di porgere una voce importante, estesissima e di grande volume, il fraseggio è appropriato, l’accento ben scandito, il canto, sempre in maschera, è per lo più spinto, a volte furente, ma il baritono sa cantare e usa la voce con morbidezza nelle pagine cariche di pathos. Il basso Enrico Giuseppe Iori delinea un Barbarossa imponente con un mezzo vocale impressionante e con accento sicuro e vigoroso. Insinuante il Marcovaldo del baritono Giovanni Guagliardo. Sharon Pierfederici (Imelda) ha voce insicura e tremolante, debole l’Araldo del tenore Alessandro De Angelis. Timbrati i bassi Francesco Musinu e Federico Benetti (Consoli di Milano), Nicola Pascoli (Scudiero) e Gabriele Sagona (Podestà di Como). Buona la prova del Coro preparato da Paolo Vero. L'Orchestra del teatro Verdi guidata da Boris Brott alterna momenti vigorosi a momenti assorti ad altri di puro accompagnamento delle voci. Bellissima e ben eseguita l’Ouverture. ogge ed epoche diverse per i costumi: impermeabili e cappotti per il popolo, abiti lunghi per Lida, antichi per gli uomini, tranne per Arrigo che indossa pantaloni neri dentro alti stivali e una sfolgorante camicia bianca macchiata di sangue nel finale.
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