Foto: Ramella&Giannese - Fondazione Teatro Regio di Torino
Renzo Bellardone
In questa ‘ripresa’ del Teatro Regio, il ruolo del titolo è affidato al bravo Giovanni Meoni che modula la voce calda e melodiosa in un susseguirsi di sentimenti opposti; già recentemente apprezzato nel ruolo in altre produzioni (S.O.F.2012) anche per l’interpretazione senza protagonismi, offre all’attento pubblico arie e cabalette con chiaro fraseggio e morbide rotondità. Gilda è Dèsirée Rancatore, già coprotagonista con Giovanni Meoni nella succitata edizione dello Sferisterio di Macerata. Il soprano sfodera una voce che nel tempo ha maturato colori e sfumature dai caldi toni dorati pur mantenedo la limpidezza cristallina negli acuti e nei sovracuti, le colorature dei virtuosismi ed i morbidi toni accorati nella profondità del sentimento partecipato. Interprete di riferimento anche in questo ruolo, sfodera salda tecnica ed estrema cura dell’interpretazione mai banale che la porta ad essere molto amata dal pubblico. Gilda è una giovane ed ingenua ragazza che pur soffrendo ‘d’amore’ vive ancora le innocenze dei giochi ed in scena fa rimbalzare una eterea palla con la leggerezza emblematica dell’età adolescenziale. Il giovane regista Fabio Banfo tra luci ed ombre gioca sull’ombra della palla rimbalzante fino a quando scompare l’ombra e…la palla rotola a terra: Gilda non gioca più, Gilda è stata rapita. Realizzata con mezzi contenuti, la produzione oggetto di vincita di bando promosso dal Teatro Regio, risulta una lettura chiara anche nei simbolismi. In ambiente cupo, come cupa è la narrazione, il regista fa muovere i cantanti nel rispetto del canto seguito in buca dal Maestro Daniele Rustioni: direzione puntuale e scevra da consuetudini ricerca la fedeltà, la poesia ed il sentimento dei personaggi e della narrazione. Già recentemente apprezzato al Regio nella direzione di Butterfly, incuriosisce ancora per il gesto elegante e non enfatico che sfoglia tra le note alla ricerca dell’intimo e profondo sentire. Claudio Fenoglio è il significativo direttore del consolidato Coro, mai in ruolo secondario, ma in comprimarietà con il resto del palco. Piero Pretti è il duca di Mantova che, sicuro od accorato, tenero o spregiudicato ‘Ella mi fu rapita..’ , ‘Bella figlia dell’amore..’ e la celebre ‘La Donna è mobile’ si afferma buon interprete dal timbro chiaro e sicuro.Alessandro Guerzoni con buona voce tratteggia Sparafucile con contorni precisi ed interessanti, come Davide Motta Frè dipinge il Conte di Ceprano con cura ed attenzione. Tutti gli altri interpreti sono parimenti validi ed apprezzati nel ruolo. Sull’ultima scena, ovvero la morte di Gilda, Banfo fa scendere sotto al palcoscenico l’ombra della città che nera si stagliava all’orizzonte, sottolineando così, come la speranza di Rigoletto si spegne con l’ultimo sospiro della figlia. La Musica vince sempre.
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