Foto: Robert Millard / LA Opera
Per il secondo anno consecutivo l’Opera di Los Angeles ha lasciato la sua sede abituale, il Teatro Dorothy Chandler Pavilion ubicato nella su Grand Street, per presentarsi nella sala da concerto Renée and Henry Segestrom Concert Hall di Costa Mesa (70 chilometri a sud) come parte del progetto “LA Opera, Off Grand”, una iniziativa lodevole che vuole portare l’opera davanti ad un pubblico sempre maggiore dell’area metropolitana.Il titolo rappresentato in forma di concerto è stato Falstaff, la commedia lirica di Giuseppe Verdi, che è stata scelta in omaggio del compositore. In questa serata ha colpito principalmente l’orchestra dell’Opera di Los Angeles, che si è mostrata sicura sotto l’attenta ed entusiasta mano di James Conlon, che ha offerto una lettura carica di musicalità e buona dinamica, e che è stato attento ad ogni entrata e all’acconpagnamento dei cantante. Buon resa nei suoi interventi anche per il coro diretto da Grant Gershon. Pur non avendo nessuna scenografia, costumi e trucco, c'era un'azione costante sulla scena, esagerata a volte, e una gestualità da parte degli artisti che hanno cercato di trasmettere l'umorismo contenuta nella storia. Dal punto di vista vocale si è ascoltato un cast non omogeneo nel suo disimpegno, dal quale emergeva il baritono Roberto Frontali che si è mostrato compenetrato nel ruolo di Falstaff, rappresentato come un uomo, burlone, ironico e malizioso, esibendo una voce calda e robusta. Il soprano Carmen Giannattasio ha reso il ruolo di Alice offrendo una vocalità rotonda e sicura. Il soprano Ekaterina Sadovnikova ha impresso un timbro chiaro e cristallino in accordo con il carattere gioviale di Nannetta, e Juan Francisco Gatell, di timbrica gradevole di tenore leggero, ha mostrato un emissione ridotta e poco carisma in scena. Il barítono Marco Caria è stato un discreto Ford di canto poco raffinato. E il mezzosoprano Ronita Nicole Miller era una divertita Mrs. Quickly di timbro scuro e ampio. Il mezzosoprano Erica Brookhyser è stata una Meg poco partecipativa e distante dal suo ruolo. Il resto dei personaggi si è espresso esagerando un po’ la propria parte, sorvolando riguardo al loro canto. RJ
Per il secondo anno consecutivo l’Opera di Los Angeles ha lasciato la sua sede abituale, il Teatro Dorothy Chandler Pavilion ubicato nella su Grand Street, per presentarsi nella sala da concerto Renée and Henry Segestrom Concert Hall di Costa Mesa (70 chilometri a sud) come parte del progetto “LA Opera, Off Grand”, una iniziativa lodevole che vuole portare l’opera davanti ad un pubblico sempre maggiore dell’area metropolitana.Il titolo rappresentato in forma di concerto è stato Falstaff, la commedia lirica di Giuseppe Verdi, che è stata scelta in omaggio del compositore. In questa serata ha colpito principalmente l’orchestra dell’Opera di Los Angeles, che si è mostrata sicura sotto l’attenta ed entusiasta mano di James Conlon, che ha offerto una lettura carica di musicalità e buona dinamica, e che è stato attento ad ogni entrata e all’acconpagnamento dei cantante. Buon resa nei suoi interventi anche per il coro diretto da Grant Gershon. Pur non avendo nessuna scenografia, costumi e trucco, c'era un'azione costante sulla scena, esagerata a volte, e una gestualità da parte degli artisti che hanno cercato di trasmettere l'umorismo contenuta nella storia. Dal punto di vista vocale si è ascoltato un cast non omogeneo nel suo disimpegno, dal quale emergeva il baritono Roberto Frontali che si è mostrato compenetrato nel ruolo di Falstaff, rappresentato come un uomo, burlone, ironico e malizioso, esibendo una voce calda e robusta. Il soprano Carmen Giannattasio ha reso il ruolo di Alice offrendo una vocalità rotonda e sicura. Il soprano Ekaterina Sadovnikova ha impresso un timbro chiaro e cristallino in accordo con il carattere gioviale di Nannetta, e Juan Francisco Gatell, di timbrica gradevole di tenore leggero, ha mostrato un emissione ridotta e poco carisma in scena. Il barítono Marco Caria è stato un discreto Ford di canto poco raffinato. E il mezzosoprano Ronita Nicole Miller era una divertita Mrs. Quickly di timbro scuro e ampio. Il mezzosoprano Erica Brookhyser è stata una Meg poco partecipativa e distante dal suo ruolo. Il resto dei personaggi si è espresso esagerando un po’ la propria parte, sorvolando riguardo al loro canto. RJ
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