Monday, September 21, 2009

La Scala di Seta- Rossini Opera Festival, Pesaro

Foto: Paolo Borgodna, Olga Peretyatko, Anna Malavasi
Credito: Studio Amati Bacciardi- Rossini Opera Festival

Giosetta Guerra

Meritano plauso ed attenzione il giovane regista Damiano Michieletto e lo scenografo-costumista Paolo Fantin che hanno ambientato La scala di seta di Rossini in un moderno appartamento, di cui, come due bravi architetti, presentano una planimetria interna con cucina, camera e bagno arredati Scavolini e una finestra sul fondale che con un gioco di specchi lascia vedere anche le azioni che avvengono in esterno. Strabiliante. Le stanze non sono divise da muri e da porte, ma da linee sul pavimento e dall’idea delle porte che gli artisti fingono di aprire e chiudere ad ogni passaggio. Ė l’appartamento di Giulia, situato a Pesaro, in via Rossini n. 2, arredato a vista durante l’ouverture da un’équipe di operai guidati da un arredatore, nel quale si svolge una vicenda di intrighi a lieto fine, resa esilarante dalla genialità teatrale del regista e dalla verve interpretativa degli artisti. Gli abiti sono naturalmente di foggia moderna. Sulla scena Paolo Bordogna (Germano) in tenuta da cameriere filippino col caschetto nero – quello della TV -, ha la compagnia di un cagnolino, un chihuahua di sua proprietà, si muove con un’agilità sorprendente, salta perfino di scatto da un mobile sopra un armadio o si avvinghia mani e piedi come uno scimmiotto sotto il tavolino, Carlo Lepore (Blansac) si muove ora con baldanza ora con leggerezza, cammina come se avesse le ali ai piedi e a volte fa il saltello in avanti con il piede sollevato all’indietro come faceva Alberto Sordi, Anna Malavasi (Lucilla) è una bravissima attrice, vestita da segretaria zitella con un tailleur viola attillato, camicia, cravatta, scarpe bianche, capelli raccolti e occhiali si muove con circospezione, ma poi, quando non contiene più le voglie represse, si scioglie i capelli ed inizia uno spogliarello, Olga Peretyatko (Giulia) si presenta in sottoveste, poi si mette tuta e scarpe da tennis e fa ginnastica e infine indossa leggeri abitini estivi di vari colori, José Manuel Zapata (Dorvil) non è un gran amoroso né in pantaloncini corti né con pantaloni lunghi e camicia, Daniele Zanfardino è un Dormont gobbo e vecchietto. Il sestetto finale vede tutti seduti sul boccascena, mentre inservienti agitano un telo col quale coprono tutti e tutto. La storia è finita. Sul piano musicale abbiamo ascoltato l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento alle prese con una musica davvero di seta, diretta da Claudio Scimone con Gianni Fabbrini al fortepiano nei recitativi e le voci di buoni cantanti che sono entrati con padronanza vocale nei rispettivi ruoli. Olga Peretyatko ha una bella voce di soprano, luminosa, musicale e melodiosa (duetto con Germano “Io so ch’hai buon core”), trilla e gorgheggia con naturalezza e sostiene bene il suono, nell’aria lenta e nostalgica “Il mio ben sospiro e chiamo” fa uso della messa di voce e sale con facilità verso le vette acute. Paolo Bordogna usa con morbidezza una voce consistente di baritono, tiene una buona linea melodica e aderisce perfettamente al canto sillabato sia largo che veloce. Carlo Lepore ha una gran voce di basso, rotonda, morbida, sonora e dal bellissimo colore, interpreta a dovere anche una scena aggiunta con una grande aria di basso, ricca di espansioni acute e affondi gravi "Alle voci della gloria", ribattezzata "Alle voci dell’amore". José Manuel Zapata è un tenore chiaro e robusto con slanci acuti e mezze voci. Anna Malavasi ha una bella voce di mezzosoprano e Daniele Zanfardino è un bravo tenore chiaro. Lo spettacolo è piaciuto e il pubblico è uscito soddisfatto.
VERSION EN ESPAÑOL
Meritoria aprobación y atención para el joven regista Damiano Michieletto y para el escenógrafo-vestuarista Paolo Fantin, quienes ambientaron La Scala di Seta de Rossini en un moderno apartamento, en el cual como dos buenos arquitectos, presentaron un diseño interno con cocina, habitación con baño y una ventana al fondo con un juego de espejos, permitió ver también la acción en el exterior, es el apartamento de Giulia, en el cual se desarrolló una función de intrigas con final feliz, resultado divertido obra de la genialidad teatral del director escénico y de la verve interpretativa de los artistas. Los vestuarios fueron naturalmente de carácter moderno. En la escena Paolo Bordogna (Germano) vestido como camarero filipino con cabello negro, con la compañía de un perrito chihuahua, y se movió con una agilidad sorprendente. Vocalmente usó con morbideza, suavidad, su voz consistente de barítono, posee una buena línea melódica y se adhirió perfectamente al canto enunciado largo o veloz. Carlo Lepore (Blansac) se movió con osadía y con ligereza, caminando como si tuviese alas en los pies. Con su gran voz de bajo, rotunda, sonora y de bello color, cantó también la gran aria rica de expansión, intensa, profunda grave "Alle voci della gloria", ribattezzata "Alle voci dell’amore".Olga Peretyatko (Giulia) con su voz de soprano luminosa, musical y melodiosa, sostuvo bien el sonido e hizo uso de la media voz que emitió con facilidad hacia los puntos más agudos Anna Malavasi (Lucilla) es una muy buena actriz, bien caracterizada, y con una hermosa voz de mezzosoprano.. El tenor español (de Granada) José Manuel Zapata (Dorvil) es un tenor claro y robusto con buenos agudos y media voz, y no fue un gran amante ni en pantalones cortos ni largos con camisa. Daniele Zanfardino fue un Dormont jorobado y viejo y vocalmente un bravo tenor claro. En el plano musical, se escuchó a la Orchestra Haydn di Bolzano e Trento con una musica verdaderamente de seda, dirigida por Claudio Scimone, y con Gianni Fabbrini al piano en los recitativos y las voces de buenos cantantes que cantaron con maestría vocal sus respectivos papeles. El espectáculo fue agradable y el publicó salió satisfecho.

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