Renzo Bellardone
Sfogliando le pagine del programma dello Stresa
Festival ci si imbatte in un titolo che fa immaginare atmosfere di gioco
verbale, musicale e spensieratezza. La realtà che si incontrerà in sala sarà
ben diversa, ma decisamente più colta e pregnante della leggerezza di un pur
eccezionale cabaret.
Metti una sera al cabaret J. STRAUSS (figlio), Kaiserwalzer op.
437; Wein, Weib und Gesang; Schatzwalzer A. SCHÖNBERG, Pierrot Lunaire* *Con proiezione in prima
assoluta delle tavole realizzate da Massin. Benedetta
Saglietti e Valentina
Manchia, direzione artistica e realizzazione multimediale Francesco
Campanini, montaggio ed
animazione Dario Betti e Leo Righi, sincronizzazione. Maddalena Crippa, voce recitante. Stresa Festival Ensemble. Nuno
Coelho, direttore –
vincitore del Concorso Internazionale di Cadaqués
Le rarefatte atmosfere di A. SCHÖNBERG in Pierrot Lunaire, presentato dallo Stresa Festival, hanno
avuto la fortuna di imbattersi in una serie di fortune coincidenti, ma andiamo
in ordine. Il programma prevede musiche di Strauss riscritte in chiave cameristica da Schὃnberg
e dai suoi allievi Alban Berg e Anton Webern, con l’intenzione di diffondere la
musica contemporanea. L’operazione è riuscita pienamente anche perché hanno
lasciato in partitura tutto il fascino viennese che ricorda il tempo dei caffè
concerto, dei violini tra i tavolini ed un mondo avvolto dal fiabesco. La seconda parte
del programma prevede “Pierrot Lunaire” di Arnold Schὃnerg nell’esecuzione dello Stresa Festival Ensemble nella formazione di nove elementi, diretto
dalla giovane promessa, il portoghese Nuno
Coelho e la “Voce” ( non a caso in maiuscolo) di Maddalena Crippa. La scrittura non
è sicuramente facile e tantomeno il testo, ma l’abilità di Crippa a recitar cantando
l’atonale Pierrot è affascinante ed attraente, riuscendo a rendere
perfettamente l’inquietudine e le paure di visioni angosciate ed oniriche
sfocianti in risate forzate e mal celate. La recitazione di un testo molto
complesso è scandita dai tempi e ritmi musicali. L’idea della
scenografia multimediale di Massin è
vincente. Massin ha per circa trent’anni lavorato a questo componimento grafico
che incrocia colorata musica e colorate parole che, scritte deformate sul rigo,
diventano le note stesse del canto tormentato di Pierrot. Da apprezzare il
lavoro di Benedetta Saglietti e Valentina Manchia per la realizzazione
multimediale, Francesco Campanini per il montaggio e l’animazione, ma un plauso
speciale va alla sincronizzazione di Dario
Betti e Leo Righi che
percettibilmente hanno dovuto affrontare un impegno non comune. La Musica vince
sempre.
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