Foto: Finotti
Renzo Bellardone
I migliori teatri di
tradizione si stanno evolvendo con la creazione di Festivals dedicati al compositore/autore cui è
intitolato il teatro o che ha avuto i natali nella città coinvolta. Il
Donizetti opera Festival a Bergamo sta crescendo vorticosamente e Novara, non
certamente da meno, sta creando “Fuor di Coccia” un festival dedicato al
compositore cui è intitolato il teatro ed anche qui si va alla riscoperta di
opere inedite o poco conosciute.
WHO’S
CARLO COCCIA? Teatro Coccia Novara - 23 settembre 2018 SINFONICA - WHO’S CARLO COCCIA? Direzione d’orchestra Gianna Fratta Orchestra Carlo Coccia in collaborazione con
Conservatorio “Cantelli” di Novara Musiche di Carlo Coccia, Joseph Haydn, Lauro
Rossi, Gioachino Rossini Con Alessandro Mormile, critico e storico
musicale Partecipa Roberto Frigato, insegnante di organo
e incaricato Biblioteca “Brera” SINFONICA E CAMERISTICA
Riprendendo il filo
rosso dalla premessa, gli attori della direzione artistica e musicale del
teatro Coccia di Novara hanno lanciato una bellissima iniziativa, magari un po’
fuori dalle righe, ma per questo apprezzabile, che è culminata con il concerto del 23
settembre con l’Orchestra Carlo Coccia
in collaborazione con il Conservatorio
Cantelli e la direzione della interessante e determinata Gianna Fratta. Già recentemente
apprezzata in Nabucco si conferma attenta e precisa. La performance prevede
due momenti di dialogo che vanno ad inquadrare meglio la figura di Carlo Coccia
e ad informare gli spettatori della ricchezza della Biblioteca Brera,
attraverso gli interventi di Alessandro
Mormile, critico e storico musicale e di Roberto Frigato, insegnante di organo e incaricato della Biblioteca “Brera”. I due esperti, con
affabilità e direi quasi familiarità si siedono sulla gradinata che porta al
palco ed informalmente narrano delle peregrinazioni di Coccia da Napoli a mezza
Europa, del suo rapporto con Paisiello e l’opera buffa. Parlano poi dei manoscritti autografi di musica sacra che sono conservati in Cattedrale, dove fu
maestro di Cappella per una trentina d’anni, mentre per un caso fortunato il
famoso Requiem di Coccia è invece conservato presso la Biblioteca di Brera. Venendo al
concerto il brano introduttivo di
Haydn è celebrativo e trionfale, mentre
nella Sinfonia in mi maggiore di Coccia si sono apprezzati particolarmente i dialoghi tra i
violoncelli ed i fiati che alzano il tono della sinfonia in un crescendo
davvero fantasioso; forse influenzato da recenti ascolti, ma è parso di
percepire un profumo di tempo di valzer o comunque musica adatta benissimo ad
un balletto. La Sinfonia in re
minore di Lauro Rossi esprime solennità e ariosità dai colori rossiniani e vaghi
rimandi ad Hoffenbach: in ogni caso gradevole. Segue la sinfonia in sol maggiore
sempre di Coccia che si è percepita quasi come una ouverture operistica, con
chiare espressioni epocali, ma alla ricerca di una propria identità ed elegante
liricità. La breve Sinfonia di
Bologna di Rossini viene esaltata dai pizzicati in duetto con il flauto traverso,
dai larghi poetici e dalla vivacità della scrittura. Un plauso al’Coccia’!
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