Wednesday, February 9, 2011

Manuela Custer (recital) - Politecnico di Torino

Foto: Manuela Custer (mezzosoprano)
Renzo Bellardone
AFFETTI SONORI
Aula Magna ‘G:Agnelli’ – Politecnico di Torino
Lunedì 7 febbraio ore 18,30

MANUELA CUSTER, mezzosoprano
GIOVANNI VELLUTI, pianoforte

Johannes Brahms……………Vier ernste Gesänge op. 121
Hugo Wolf ....Geistliche Lieder (dallo Spanischer Liederbuch)
Ludwig van Beethoven……Sechs Ledere von Gellert op.48

L’Associazione ‘CONCERTANTE’ -progetto arte & musica- in collaborazione con POLINCONTRI CLASSICA e con il patrocinio della città di Torino, lunedì 7 febbraio alle ore 18,30 presso l’Aula Magna G.Agnelli del Politecnico di Torino, ha presentato il primo di una serie di tre concerti da camera. La proposta musicale è ambiziosa e certamente di grande qualità, come si apprende scorrendo le pagine dell’esaustivo programma di sala redatto dal musicologo e scrittore Attilio Piovano. La parte pianistica è affidata al maestro Giovanni Velluti: concertista di fama si è esibito in tutto il mondo accompagnando nomi celebri del panorama musicale lirico e leggero, oltre che in individuali performance in veste di solista. La professionalità emerge lampante fin dai primi tocchi, per la sobria sensibilità dell’esecuzione, per le evocazioni strumentali, in questo caso organistiche e per l’attenzione rivolta alla cantante. Brahms, Wolf e Beethoven sono i tre monumentali autori dei Lieders intimistici e di grande spiritualità, oggetto dell’offerta musicale. A prima vista sembrerebbe azzardata una simile scelta, ancor più se si considera che Wolf, fanatico wagneriano, disprezzava Brahms e qui cronologicamente e filologicamente, invece lo segue. I Lieders di Brahms rappresentano uno dei più alti doni che il grande autore ha lasciato ai posteri, insieme al giustamente celeberrimo ‘Deutsches Requiem’. Dei Lieders di Brahms potrebbe risultare addirittura accademico e forse superfluo parlare, ma sono di una tale rara bellezza da risultare sempre una piacevolezza all’ascolto ed un invito alla ricerca di sé. Wolf ha una scrittura meno immediata, quindi maggiormente ostica ad un pubblico di non adepti, ma le sinuose onde melodiche e la dolcezza poetica soprattutto del ‘Die ihr schwebet’, riescono a rapire anche il pubblico più diffidente. Beethoven non è forse ricordato per le sue composizioni liederistiche, ma l’accostamento ai due precedenti autori pare obbligata, trattandosi in ogni caso di scritture di altissimo pregio e di forte impatto emotivo. La voce della serata è quella del mezzosoprano Manuela Custer, lasciata per ultima nelle menzioni della serata non per dimenticanza, ma per scelta: infatti a lei si devono le emozioni percepite e vissute in simbiotico raccoglimento. Conosciuta in tutto il mondo per le capacità interpretative vocali ed attoriali in ruoli d’opera sia drammatici (Tancredi, Didone, Canti dall’Inferno, Salomè ) che brillanti (Così fan tutte, Barbiere di Siviglia, Gazza Ladra , Italiana in Algeri), canta con la voce, ma da vero ‘animale da palcoscenico’ (non me ne voglia la signora Custer) comunica non solo con essa, ma anche con gli occhi e con il sorriso che da mesto e malinconico in un attimo diventa divertito e radioso. Voce ora acuta, ora profonda, ma sempre armoniosa ed emotivamente accattivante, con apparente semplicità attraversa agilmente i tre compositori dando pregnante significato a tutti i lieders; con l’interpretazione dipinge un acquarello dalle tinte forti e scure, con pennellate di intimità e di scavo emotivo; modulando sapientemente la voce raggiunge cime eccelse ed abissi profondi che toccano le corde più segrete dell’umano sentire. Religiosità, credenze, emozioni impalpabili e realtà evidenti si fondono in un insieme misterioso che colpisce il cuore e l’intelletto. A Manuela Custer si deve l’ esaltazione delle partiture e la voglia di introspezione, che naturale è scaturita nel cuore degli ascoltatori che insieme hanno vissuto un momento di grande spiritualità. Brava come sempre ha coinvolto il pubblico, che alla fine ha tributato una consapevole e meritata ovazione . La musica vince sempre.

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