Fano, Teatro della Fortuna: apertura di stagione nel segno della creatività.
Foto: Stefano Bollani piano solo. Toreliana 2010 - Amato Bacciardi
Giosetta Guerra
Informale, abbigliamento casual, spettinato, inizialmente schivo, si siede al pianoforte ed inizia il suo dialogo con lo strumento intrecciando medley che spaziano dagli standard jazz ai Beatles fino alla musica sudamericana, ed è proprio con un omaggio a Jobin, dove spiccano le note del tema di “One note samba”, che inizia il concerto. È Stefano Bollani, il pianista milanese di formazione classica dotato di stupefacente capacità d’invenzione e d’improvvisazione, conosciuto ed acclamato da platee di giovani e non ed insignito di premi al merito in varie parti del mondo.Non c’è una scaletta prestabilita nelle sue serate, c’è il suo ego e c’è il suo alter ego che è il pianoforte e la sintonia che si instaura tra i due è veramente grande fino a diventare simbiosi. La musica che Bollani sente ed elabora necessita di più vie d’uscita e, se il flusso sonorosi espande attraverso il tocco delle dita e perfino delle mani sulla tastiera, il tumulto della musica si esprime attraverso l’ipercinesia del corpo e delle gambe che non trovano una posizione statica, dei piedi che battono il tempo, del capo che sembra volersi scontrare materialmente col pianoforte.Il pianista alterna temi caldi e melodiosi a brani vigorosi, alcuni talmente vigorosi da rasentare il rumore, seguendo la struttura classica tema-improvvisazione-tema, la rielaborazione è talmente personale che ne esce un brano nuovo, in cui si fa fatica a riconoscere l’originale. Del resto il jazz è un incontro di molte musiche, di molte razze che continuano a mischiarsi,e con Bollani l’espressione musicale diventa effervescenza. Ma c’è anche un secondo ego, quello che vuol fare il cantante e Bollani dà anche a lui la possibilità di esprimersi, prima in modo delicato e sommesso, poi prediligendo l’imitazione in versione umoristica. Una serata effervescente, tanto per restare in tema.
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