Ramón Jacques
L’associazione musicale La Jolla Music Society di San Diego in California ha invitato l’orchestra canadese Tafelmusik Baroque Orchestra che ha preentato un programma denominato “Progetto Galileo: Musica delle sfere”, un’opera immaginaria composta da un’ampia selezione di lavori e autori che per mezzo di musica, parole e immagini tentavano di esplorare il mondo artistico, culturale e scientifico in cui svolsero la loro attività gli astronomi del XVII° e XIII° secolo.
Il progetto è stato creato nel 2009 con il contributo dell’Anno dell’Astronomia e ha coinciso con i 400 anni dall’invenzione del telescopio da parte di Galileo Galilei, il fisico e matematico italiano che sapeva disimpegnarsi anche nella pratica del liuto.
Il concerto includeva la proiezione continua di immagini di stelle, pianeti, costellazioni, soli e comete, su uno schermo situato sul retro del palcoscenico con la presenza dell’artista canadese Shaun Smyth che narrava aneddoti legati alla musica e intrecciati con il mondo astronomico della stessa epoca. Il concerto è iniziato con un giubilante Concerto per due violini di Antonio Vivaldi seguito da una selezione dall’opera Phaeton di Lully.
La musica che rappresentava perfettamente l’epoca di Galileo includeva il Ritornello e la Moresca dall’Orfeo di Monteverdi e una selezione di opere di autori come Merula, M. Galilei, Marini e Purcell (di cui è stata eseguita “See, even night herself is here” da The Fairy Queen e un delicato Rondeau diAbdelazar.Seguiva poi l’entrata di Jupiter dall’opera Hippolyte et Aricie e quella di Mercurio da Platée di Rameau, l’Allegro del Concerto Grosso No. 6 di Haendel, l’Allegro dal Concerto per quattro violini di Telemann e ancora brani di musicisti come Zelenka e Weiss, come l’Allegro del suo concerto per liuto. Il concerto si è concluso con una brillante selezione dalla Sinfonia “Wie schön leuchtet der Morgenstern” e la Sinfonia BWV 29 di Johann Sebastian Bach.
Musicalmente l’orchestra ha mostrato un suono compatto, omogeneo e molto dinamico, supportata principalmente dalla corposa sezioni degli archi e dall’attenta e dettagliata guida del suo direttore, la violinista Jeanne Lamon.
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