Foto: Brescia & Amisano
Massimo Viazzo
Questo Fidelio, il Fidelio che sancisce l’addio di Daniel
Barenboim dalla Scala, non sarà ricordato per la parte visiva. Debora Warner
confeziona uno spettacolo rispettoso del libretto, della musica e tutto sommato
ben curato nei dettagli. Ma non ci sono idee forti, né tantomeno momenti
memorabili. Tutto ciò che si vede in palcoscenico (a tratti un po’ troppo buio,
ma trattandosi di una prigione ci può stare …), è quello che normalmente ci si
aspetta dal capolavoro beethoveniano. Interessante comunque lo svecchiamento
della scena iniziale tra Marzelline e Jaquino, qui più viva e credibile del
consueto. Grande trionfatore della serata non poteva che essere lui, il Maestro
Barenboim, per l’ultima volta sul podio scaligero a dirigere l’opera inaugurale
della stagione in qualità di direttore musicale. L’anno prossimo, il 7 dicembre
2015, il testimone sarà preso da Riccardo Chailly alle prese con la rarità verdiana
Giovanna d’Arco. Tornando a Barenboim,
si è apprezzata l’energia del suono orchestrale, lo scavo del fraseggio e la
profondità della visione complessiva. Molto interessante, e di grande impatto
drammatico, la scelta di eseguire all’inizio dell’opera la Leonore n. 2, una
delle quattro ouverture elaborate da Beethoven, di raro ascolto, per un inizio
veramente elettrizzante. Venendo alle voci, il ruolo da protagonista è stato
affidato ad Anja Kampe, un’artista di grande temperamento che ha cantato con
consapevolezza e tensione drammatica anche se alla fine della recita è parsa un
po’ stanca. Klaus Florian Vogt ha donato a Florestan la sua timbrica chiara
fatta di suoni un po’ sbiancati ma non poveri di armonici, rude e aspro Falk
Struckmann (Pizzarro), morbido e musicale Kwangchul Youn (Rocco), vivaci e
teatralmente credibili nei loro litigi i due giovani, Marzelline e Jaquino,
interpretati rispettivamente da Mojca Erdmann e Florian Hoffmann. Peter Mattei,
infine, ha interpretato con la sua timbrica rotonda e nobile il ruolo di Don Fernando
nell’ultima scena dell’opera, mentre il Coro del Teatro alla Scala è stato
perfetto in ogni suo intervento.
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