Ramón Jacques
The Cleveland Orchestra, con una formidabile e prolifica attività iniziata nel 1918, attualmente è senza dubbio la migliore orchestra sinfonica degli USA. E giustamente, con le orchestre di New York, Boston, Chicago e Philadelphia, forma il gruppo delle “Big Five” .Nell'antica e notevole sala dei concerti Severance Hall, tradizionale sede dell'orchestra, abbiamo assistito al concerto di chiusura della stagione 2010-11. Il programma è iniziato colla prima mondiale del concerto per flauto e orchestra Flûte en suite, del clarinettista e compositore tedesco Jörg Widmann (1973), commissionato dall'orchestra. L'opera constava di otto brevi movimenti, dove le atonali oscurità timbriche degli archi e dei fiati contrastavano con le brillanti e colorite armonie del flauto di Joshua Smith, che ha concluso la sua esibizione con la vivace Badinerie, un brano del più puro stile barocco. Ma il momento più alto del concerto è stata un'indimenticabile esecuzione dello Stabat Mater di Rossini, dove l'orchestra ha esibito tutte le sue possibilità timbriche e di fraseggio, privilegiando l'aspetto della soavità e della leggerezza e, soprattutto, della giusta misura, non poca cosa. Il direttore Franz Welser-Möst ha offerto così una lettura elegante e limpida, guidando inoltre l'ottimo Cleveland Orchestra Chorus e, soprattutto, il granitico quartetto di solisti ospiti, che hanno notevolmente contribuito al successo della serata. Il basso Luca Pisaroni ha saputo dare al suo canto, come sempre, accenti di autentica e lirica drammaticità, che arricchiscono la sua già lussuosa voce, mentre il tenore canadese John Tessier ha dimostrato di possedere una grande e gradevole voce. Del soprano Malin Hartelius abbiamo apprezzato un canto chiaro e brillante e il mezzosoprano Anna Bonitatibus, che sembra nata per cantare Rossini, col suo stile impeccabile e la nobiltà del suo canto ha affascinato totalmente l'auditorio nella commovente aria Fac ut portem.
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