Renzo Bellardone
TEATRO DELLA LUNA – ASSAGO – (MILANO) - 30 gennaio 2011
‘IL LAGO DEI CIGNI’ - balletto
Piotr Ilic Tciaikovskij a 16 anni assistette ad una rappresentazione del ‘Don Giovanni’ di Mozart restandone talmente colpito ed influenzato che dirà poi: ‘a Mozart sono debitore della mia vita dedicata alla musica’. Noi posteri, dobbiamo ringraziare ambedue ! Dopo aver composto diverse sinfonie e la sua prima opera lirica ‘Voevoda’, tra il 1875 ed il 1876 compose la musica per il primo dei suoi tre balletti ovvero l’amato ‘ Lago dei Cigni’, rappresentato per la prima volta al Teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio 1877. Seguiranno diverse versioni ed allestimenti, ma quella presentata il 15 gennaio 1895 al Teatro Imperiale Mariinskij di San Pietroburgo con la coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanonv, resterà la pietra angolare su cui saranno costruite tutte le coreografie successive compresa quella celebre di Rudol’f Nureyev che lo confermò a livello mondiale nel ruolo di coreografo. L’allestimento in cartellone al Teatro della Luna, prodotto da Arteatro di Carlo Pesta è presentato -sotto l’alto patronato del Ministero Russo della Cultura- dal Balletto di Mosca “ La Classique” diretto da Elik Melikov. La coreografia originale di Marius Petipa, viene qui ripresa da Alexander Vorotnikov ad offrire la versione più autentica, con quarantotto danzatori di notevole tecnica classico-accademica provenienti dai maggiori teatri russi: dal Bolshoi di Mosca, dal Kirov di San Pietroburgo, dal Ballet Theatres di Kiev, da Odessa e molti altri ancora . Nel corpo di ballo rinnova la propria rilucente presenza la stella Nadejda Ivanova, vera punta di diamante della Compagnia che si impone al pubblico per l’eleganza delle sue ‘attitudes ed arrières’ La celeberrima storia narrata a passo di danza non è altro che il pretesto per riproporre l’atavica lotta tra il bene ed il male, con il trionfo del bene sopra tutto. Al teatro della Luna, (con utilizzazione limitata del palcoscenico soprattutto in profondità), è stato impossibile rinvenire un programma di sala da cui dedurre il nome dei vari danzatori, imponendo quindi il limite dell’indicazione del ruolo senza poter far riferimento all’interprete. Il principe Sigfried seppur con fisicità da palcoscenico, elegante nei movimenti e sicuro nel ruolo di ‘porteur’, risulta meno convincente negli ‘assolo en dedans et en dehors’ ed insicuro nei ‘dégagé’ in avanti. Costumi ed allestimento scenografico assolutamente rispettosi della tradizioni sono in linea con le attese di chi appunto cerca il repertorio di tradizione: tutù, boschi, lago, castello, insegne ed interno del salone delle danze perfettamente aderenti all’immaginario collettivo, portano il pubblico soddisfatto ad applaudire alla danza dei cignetti (atto primo scena terza) nel ‘battement tendu’ quando, sostenendosi a vicenda si spostano in diagonale sul palco con incrocio veloce del piede, che almeno una volta nella vita tutti abbiamo visto magari solo alla televisione all’interno di qualche pubblicità. La Stella Nadeja Ivanova è decisamente attenta e convincente nei raffinati ‘arriere’ (quando arretra) e negli ‘attitùdes’ dove, stando al centro del palco flette una gamba a diverse altezze sostenendosi esclusivamente sull’altra a terra. Degni di nota sono l’ energico ballerino della danza spagnola applaudito sia per la postura che per i movimenti ed il giullare che con ‘pirouette, glissade e passé’ ottiene il più caloroso dei riconoscimenti. Interessanti anche i ‘cambré’, - flessioni del busto all’indietro -, proposti dalla danzatrice della danza spagnola. Colori, luci, fumi, geometrie ed ‘arabesques’ (figurazioni di gruppo di chiara ispirazione figurativa classica) sono gli ingredienti di questa rasserenante rappresentazione coreografica, insieme al capolavoro musicale, che seppur intriso della consueta melanconia, è qui però colorato dal fresco desiderio di gioco e di narrazione. I brani più conosciuti della scrittura ed i leit motivs sono la vera sicurezza che lo spettatore cerca e trova nell’assistere a questo spettacolo, da cui esce con il sorriso sulle labbra e con lo spirito placato; questa performance teatrale non punta ad una innovativa ricerca , ma meritoriamente si propone come proposta didattica (molti bambini in platea) e momento di colta, sana e serena evasione. La musica vice sempre !
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