Foto: Marco Brescia & Rudy Amisano
Massimo Viazzo
An inconvenient Truth di Al Gore è alla base della nuova opera commissionata dal Teatro alla Scala a Giorgio Battistelli in occasione di Expo 2015 Milano. CO2 è un lavoro di forte connotazione ambientalista, in cui la terra viene identificata come un malato ormai quasi incurabile danneggiato irrimediabilmente dall’Uomo stesso in una discesa vorticosa verso l’autodistruzione, in un drammatico percorso che porta dall’Eden biblico alla conferenza di Kyoto attraverso globalizzazioni alimentari, uragani e tsunami. Nell’ultimo verso del libretto il climatologo David Adamson con amara consapevolezza afferma “If I am the cause, then am I not also the cure?”. Battistelli organizza l’opera in un prologo, 9 scene e un epilogo, utilizzando forme tipiche del teatro musicale più tradizionale come arie, duetti, cori e parti declamate, mentre la musica, compatta e timbricamente cangiante, sa illustrare e narrare drammaticamente le varie situazioni, con un’attenzione particolare alle ritmiche percussive. Robert Carsen organizza uno spettacolo di grande impatto visivo con un uso quasi virtuosistico delle videoproiezioni incorniciate in un enorme schermo di computer. Bravo il giovane direttore d’orchestra Cornelius Meister a tenere le redini di una partitura così complessa soprattutto riuscendo a non perdere mai di vista il rapporto buca/palcoscenico. Il cast è risultato molto omogeneo, con una punta di merito per Antony Michaels-Moore (Adamson), Pumeza Matshikiza (Eva), Sean Panikkar (Adamo) e l’insinuante David DQ Lee (Serpente). Di livello la prestazione dell’ottimo coro scaligero guidato da Bruno Casoni. Buon successo di pubblico.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.