Foto: Teatro alla Scala
Renzo Bellardone
Così ha postato sul proprio profilo un notissimo inviato e commentatore radiofonico, esperto d’opera : “Scala
semivuota allo sbadiglifero ‘Fierrabras’. Per me quindi nulla di più eccitante
che desiderare di verificare di persona (invece di credere sulla parola un
esperto) ed allora mi attivo per i soliti canali, ma….la confusione, la
superficialità se non indifferenza incontrata fanno si che lascio perdere gli Uffici
scaligeri ed acquisto un biglietto (al
momento dell’acquisto ancora 871 posti liberi). Altra sfida: il caldo e la
scomodità dei trasporti….In ogni caso finalmente si entra in Scala e decido di
pubblicare comunque se non una recensione emozionale, almeno un succinto commento.
Eccolo : La scarsa regia non aiuta un’opera lenta e ripetitiva, anche se gli
appassionati d’opera trovano sempre elementi per salvare la produzione.
Interessante la scenografia che rimanda al tratto di pennino ed in modo
semplice raffigura il necessario; nota critica è il dover rilevare la
ridondanza della stessa che annulla la bellezza della semplicità concettuale. La
direzione di Daniel Harding esula dai commenti, in quanto è talmente bella, precisa
che superbamente si innalza sul podio. Mediamente il cast risulta buono e per
quanto mi riguarda l’unico nome conosciuto è quello di Markus Werba che anche
in questo caso si afferma interprete rilevante.
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