Foto: 200.com
Massimo Viazzo
E’ tornato a Como il progetto estivo 200.Com, un progetto che ha coinvolto
la città lacustre per il sesto anno consecutivo nell’allestimento di un grande
titolo operistico. Quest’anno è toccato all’estremo capolavoro verdiano Otello. In particolare la popolazione
ha partecipato alle attività preparatorie finalizzate alla formazione del Coro che ha poi effettivamente cantato con
dedizione ed entusiasmo nel corso delle tre recite. La recita a cui ho
assistito, causa maltempo, è stata effettuata all’interno del Teatro Sociale,
ma normalmente l’allestimento dell’opera viene previsto per uno spazio
all’aperto denominato Arena. Questo fatto ha un po’ limitato i movimenti
scenici che gioco forza la preparata regista, Silvia Paoli, ha dovuto un po’ ridimensionare.
Ciononostante l’impatto di certe scene è stato notevole sul pubblico, prima fra
tutte la realizzazione dell’ultimo atto, con una serie scioccante di donne in
abito da sposa che sfilavano sul palco (e anche all’interno della sala) durante
l’esecuzione della Canzone del Salice, testimoni e vittime degli atti violenti
di femminicidio così attuali al giorno d’oggi. Visivamente di grande impatto la
fine del secondo atto, con un Otello letteralmente irretito in una rete-ragnatela
rossa, e anche i mimi con testa di cavallo (animale focoso e passionale) che
vagavano spesso, inquietanti, in palcoscenico a sottolineare alcuni episodi
della trama. Il cast presentava Francesco Anile nel ruolo del protagonista. Il
tenore calabro è piaciuto per lo squillo (elettrizzante il suo Esultate), ma è
mancato un po’ nelle parti più liriche, risultate di fraseggio un po’
monocorde. Bel colore ha sfoggiato Sarah Tisba, una Desdemona intensa, di
emissione morbida e voce ben proiettata. Anche Angelo Veccia è piaciuto. Il suo
Jago, nero tessitore delle trame più oscure, è stato cantato con grande
sicurezza e carisma. Curati anche tutti i ruoli di
contorno, Oreste Cosimo (Cassio), Nico Franchini (Roderigo), Shi Zang
(Ludovico), Massimiliano Mandozzi (Montano) e Caterina Piva (Emilia). Jacopo
Rivani, direttore preparato, ha saputo coordinare con ordine ed esperienza i solisti, il coro e l’Orchestra 1813.
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