Foto: Ramella&Giannese
Renzo Bellardone
Per introdurre alla lettura del commento al
Falstaff andato in scena al Teatro Regio di Torino, credo che nulla sia più
efficace delle ultime battute del libretto di Arrigo Boito, lietamente
condiviso da un Verdi ormai al suo ultimo capolavoro, che sigilla la fine della
sua scrittura con una ironica risata :
“Tutto il mondo è burla, L’uom è nato burlone, nel suo cervello ciurla sempre
la sua ragione. Tutti gabbati! Irride l’un l’altro ogni mortal, ma ride ben chi
ride la risata final… Tutti gabbati! ah!ah!ah! tutti gabbati!”
’amore di Verdi per
Shakespeare, dopo le frequentazioni in Macbeth e Otello, raggiunge la somma vetta quando oramai
anziano si prende il tempo, senza gli assilli imposti dalle commissioni, per dedicarsi a Falstaff ed alle Allegri
comari di Windsor; da questo diletto scaturisce una lieta scrittura che
ironicamente asseconda le vicende in burla e dove le foreste non son più
minacciosamente avanzanti come quella di Birnam in Macbeth, ma racchiudono
elfi, folletti e fate che si divertono a
spaventare un impaurito Falstaff.
L’allestimento
proposto dal Regio di Torino e firmato da Daniele
Abbado alla regia e Graziano Gregori
alle scene riflette un po’ l’influenza dell’ultima Tosca dove l’impianto
scenico già era una pedana rotonda, che nel caso di Falstaff raccoglie però la modernità, citando una
ridente emoticon che si evidenza quando la linea curva in basso (la bocca) si illumina e le due botole
laterali si sollevano quasi ad indicare gli occhi….
Regia contemporanea
che non rifugge rimandi classici ed impianto scenico pressoché fisso, salvo il
sipario rosso che delimita le scene e gli arredi sospesi in aria, calati solo
all’occorrenza. Buoni i tagli di luce di Luigi
Saccomandi e scelte tra il moderno ed il classicheggiante per i costumi di Carla Teti. Il coro seppur con breve intervento
risulta sempre rilevante sotto la direzione di Claudio Fenoglio.
Il giorno 19 la
recita prevedeva la voce chiara e possentemente timbrata di Carlos Alvarez per realizzare sir John Fastaff, mentre Tommi Hakala ha sfoderato un fraseggio
chiaro ed un tono importante per dar vita a Ford, mentre Francesco Marsiglia ha interpretato Fenton con un tratto quasi
poetico della voce ben calibrata e morbida. Il soprano Erika Grimaldi è risultata ottima Alice Ford con la ben nota voce
limpida e facile nei passaggi che incanta sempre il pubblico; Valentina Farcas ben esprime il carattere della giovane Nannetta,
mentre Sonia Prina, seppur
indisposta, ha affrontato con piglio e sicurezza Mrs Quickly e Monica Bacelli ha sottolineato Mrs. Meg
Page.
Come Sonia Prina
anche Andrea Giovannini ottimo
caratterista e buon interprete di Dottor Cajus era presente ad entrambe le
recite insieme a Patrizio Saudelli,
comicissimo Bardolfo, e Deyan Vatchkov
prestante Pistola. Gli altri interpreti della recita del 18 novembre sono stati
Carlo Lepore che con emissione ed
interpretazione del tutto naturali ha dato vita a Falstaff, Simone del Savio a Ford ed il giovane Ivan Ayon Rivas ad un dinamico
Fenton. Rocio Ignacio ha interpretato con fresca voce Alice Ford e Clarissa Leonardi con limpidezza ha
cantato Mrs Meg Page e Damiana Mizzi
decisamente agile e facile negli acuti ha interpretato Nannetta.
La direzione di Donato Renzetti è risultata equilibrata
ed attenta e tra una cesta nel fiume, un fuoco ad asciugare i mutandoni di
Falstaff, ninfe e Cacciator Nero nella foresta a mezzanotte si snoda la
brillante vicenda di corna mancate e gelosie assurde. Musicalmente la scrittura
è molto vivace ed i fil rouge musicali qui assurgono a puro divertissment “..dalle due alle tre….”, “ bocca baciata
non perde ventura…anzi rinnova come fa la luna…” .La Musica vince sempre.
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